Estero
Nuova Zelanda, la Rena si è spezzata. Centinaia di container in mare
TAURANGA, 9 GENNAIO 2012 - La nave porta-container Rena, incagliatasi lo scorso 5 ottobre a pochi chilometri dalla costa neozelandese di Tauranga, continua a destare preoccupazione. Nella serata di sabato l'imbarcazione ha ceduto alla violenza delle onde, alte fino a 6 metri, spezzandosi in due e provocando la dispersione in mare di centinaia di container che si trovavano ancora a bordo.[MORE]
Nelle scorse ore, alcuni di questi container sono stati trasportati dalle correnti fino alla costa della Bay of Plenty, depositando sulle spiagge il materiale presente al loro interno. La sezione di prua della nave è ancora saldamente ancorata alla barriera corallina Astrolabe Reef, mentre la sezione di poppa, inclinatasi ormai - secondo le ultime rilevazioni - di circa 23 gradi, continua a muoversi a causa delle forti onde e si teme che possa staccarsi completamente dal resto dell'imbarcazione e affondare da un momento all'altro. Le operazioni di soccorso sono momentaneamente ferme e sarà necessario aspettare che il tempo si calmi prima che si possa ricominciare a recuperare i container ancora presenti a bordo. Secondo quanto dichiarato in conferenza stampa da Claudine Sharpe, portavoce della compagnia specializzata in pulizia ambientale Braemar Howells, sono tra 200 e 300 i container caduti in mare in seguito alla rottura della nave, la maggior parte dei quali quasi certamente affonderà.
L'incidente del 5 ottobre aveva provocato il riversamento in mare di centinaia di tonnellate di combustibile, causando quello che è stato definito “il peggior disastro ambientale della storia della Nuova Zelanda”. Le prime operazioni di soccorso, proprio a causa del timore che la nave potesse spezzarsi da un momento all'altro, si erano concentrate sul trasbordo del combustibile che era rimasto all'interno dei cinque serbatoi in seguito all'incidente. Questa prima fase si era conclusa intorno alla metà di novembre, anche se all'interno dei serbatoi era rimasto ancora del carburante che i soccorritori non avevano potuto estrarre a causa della posizione precaria dell'imbarcazione e che ora si teme possa riversarsi in mare. Al momento della rottura della nave, a bordo erano presenti circa 800 container, su alcuni dei quali negli scorsi mesi erano stati posti dei transponder per facilitarne la localizzazione nel caso fossero caduti in mare. Lungo la Bay of Planty, come riportano i quotidiani locali, è stata segnalata la presenza di petrolio e detriti di diverso tipo, tra cui legno, polistirolo e sacchi di latte in polvere, fuoriusciti sicuramente da qualche container. Alcune spiagge sono state chiuse al pubblico, e sono già cominciate le operazioni di pulizia, anche se il ministro dell'ambiente, Nick Smith, ha escluso la possibilità che si verifichi una nuova “marea nera”, come quella che lo scorso ottobre si era riversata sulla costa provocando, tra l'altro, la morte di migliaia di uccelli. «E 'possibile – ha dichiarato Smith - che ci saranno riversamenti di petrolio, ma saranno nell'ordine di decine di tonnellate, non di centinaia di tonnellate».
(foto da The New Zealand Herald)
(in video: servizio ABCNews)
Serena Casu