Cronaca
Nulle le multe dei divieti di sosta con le sole riprese televisive
FIRENZE, 30 MAGGIO 2012- Per giustificare la mancata contestazione immediata dei divieti di sosta, occorre che la pattuglia dei vigili urbani verifichi personalmente anche la mancanza del trasgressore e del proprietario del veicolo in prossimità del mezzo. Alcuni comuni per ovviare a tale lacuna, hanno adottato da qualche tempo un geniale sistema seriale per accertare i divieti di sosta e di fermata.
La pattuglia della polizia municipale viene infatti dotata di una telecamera portatile in grado di immortalare i trasgressori con un semplice passaggio in una strada trafficata. In ufficio vengono ricercati i dati dei trasgressori e le multe vengono spedite per posta evidenziando la causa di mancata contestazione contenuta nell'art. 201/1-bis, lett d) del codice della strada, ovvero la mancanza di qualunque persona a bordo del mezzo.[MORE]
Ma secondo il Ministero dei trasporti questa pratica, molto funzionale per fare cassa, non è rispettosa della norma. Infatti con il parere n. 2291 del 3 maggio 2012 che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riporta, il Ministero ha chiarito mettendole al bando che le sole riprese televisive per accertare i divieti di sosta non bastano. Il codice stradale infatti ammette la notifica postale anche del semplice verbale per divieto di sosta, ma solo in assenza del trasgressore e del proprietario del veicolo.
Questa condizione non è verificabile da una semplice registrazione video. In pratica solo la presenza degli agenti sul posto permette di accertare se effettivamente il veicolo sia senza conducente o senza intestatario della carta di circolazione. Da ora non bastano le sole telecamere per accertare le violazioni della sosta in modalità seriale. Da ora in poi gli operatori della polizia municipale saranno obbligati a verificare, veicolo per veicolo, l'assenza del trasgressore.
(notizia segnalata da giovanni d'agata)