Scienza & Tecnologia
Nucleare, Veronesi si dimette dall'Agenzia
ROMA, 5 SETTEMBRE 2011 - Umberto Veronesi ha deciso di lasciare il suo incarico di Presidente dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare. «Mi sono dimesso da qualcosa che era nato asfittico e non ha mai preso forma», spiega l'oncologo in un'intervista pubblicata nella giornata di ieri dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”.[MORE]
«Avevo accettato – aggiunge – solo perché confidavo in un progetto italiano di grande respiro per lo sviluppo della fisica nucleare e delle sue applicazioni nell'energia, ma non solo. Così non me la sento. Non voglio certo occuparmi, nella migliore delle ipotesi, solo di scorie». Con una lettera di dimissioni presentata al Governo, Veronesi rinuncia alla sua carica, prendendo una decisone che, almeno stando alle sue ultime dichiarazioni, sembra incontrovertibile.
L'Agenzia per la Sicurezza Nucleare è un organismo istituito con la cosiddetta Legge Sviluppo del 2009, la stessa legge che aveva stabilito il rientro dell'Italia nella produzione di energia da fonte atomica, rientro poi bocciato a gran voce dagli elettori con la vittoria dei Sì al referendum dello scorso giugno. Nonostante la cancellazione dei piani di rilancio dell'energia nucleare, l'Agenzia ha continuato ad esistere, almeno sulla carta, e alla sua presidenza era stato nominato proprio Veronesi.
Tra i diversi compiti dell'Agenzia si prevedeva la possibilità di esprimere pareri vincolanti prima dell'inizio dei lavori di costruzione di un impianto nucleare (di produzione o di stoccaggio delle scorie), la stesura di alcune normative basate sulle direttive dell'Aiea (cioè l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica), l'esecuzione di ispezioni periodiche negli impianti, l'applicazione di sanzioni – fino alla sospensione delle attività – in caso di mancato rispetto delle normative. L'Agenzia aveva, inoltre, il compito di informare le popolazioni interessate sui possibili problemi derivanti dalle radiazioni. Insomma, così com'era concepita dalla Legge Sviluppo, doveva essere una sorta di garante di tutta la filiera atomica, dalla produzione fino allo stoccaggio delle scorie.
Questi i compiti che aveva – e continua ad avere, almeno per la parte riservata allo stoccaggio delle scorie – sulla carta. Di fatto, però, l'Agenzia non è mai decollata e non certo a causa dei referendum. Ben prima della vittoria referendaria dei Sì, infatti, era stato lo stesso Veronesi, durante un convegno tenutosi nel marzo di quest'anno all'Università La Sapienza di Roma, a denunciare la mancata attivazione di questo organismo, i cui membri, in assenza di una sede, erano costretti a riunirsi al bar. “L’Agenzia – queste le parole di Veronesi riprese dai cronisti e pubblicate a suo tempo anche dal Forum Nucleare Italiano - non ha ancora una sede, né un regolamento, né un direttore generale. Noi siamo cinque persone e stiamo ancora mettendo su le basi che le permetteranno di funzionare. Certo, non abbiamo ancora una sede e succede che dobbiamo trovarci a discutere attorno al tavolo di un bar”.
A distanza di quasi sei mesi le cose non sembrano essere migliorate, tanto che l'oncologo - tutt'ora convinto sostenitore dell'atomo – ha deciso di lasciare il suo incarico. Il Sole 24 Ore, nel medesimo articolo che contiene l'intervista a Veronesi, ci informa che ad oggi – sono passati circa due anni dall'approvazione della Legge Sviluppo – la sede dell'Agenzia è ancora «da definire. Ancora nessuno, neanche il nucleo d'avvio: poche decine di persone da prelevare dall'Ispra e dall'Enea». Le cose non vanno certo meglio dal punto di vista economico. Per quanto riguarda i fondi, scrive sempre il Sole 24 Ore, «il primo stanziamento è stato disposto (ma non perfezionato) solo nel maggio scorso, per 2,4 milioni di euro. Il minimo necessario all'avvio della macchina, da integrare quest'anno e il prossimo con 1,5 milioni necessari alle prime spese di funzionamento […] Stanziamento che si vorrebbe ora destinare al calderone anticrisi».
Sta di fatto che, anche se il referendum ha cancellato la possibilità di ricominciare a produrre energia da fonte nucleare, alcuni tra i compiti dell'Agenzia restano immutati. «Compiti importantissimi – scrive Quotidiano Energia ripreso dal Sole 24 Ore - ai fini delle operazioni di decommissioning (cioè le attività connesse allo smantellamento delle vecchie centrali, Ndr) del vecchio nucleare ma soprattutto del necessario parco tecnologico con annesso deposito nucleare nazionale per le scorie radioattive, la cui realizzazione non è stata abrogata e per la quale alcuni passaggi normativi erano attesi in queste settimane ai fini del complesso iter autorizzativo». L'Agenzia, sempre se riuscirà a diventare operativa, per far fronte a questi compiti dovrà fare a meno del professor Veronesi, il quale ha fatto sapere di non voler «occuparsi, nella migliore delle ipotesi, solo di scorie».
Serena Casu