Estero
Notizia shock: Francia pronta ad attaccare le basi militari libiche
Bengasi - 11 MARZO 2011 – Sei giorni fa un uomo, ha dato l’annuncio della notizia al megafono. Contro ogni previsione, Nicolas Sarcozy avrebbe intenzione di bombardare il bunker di Muammar Gheddafi a Tripoli. La proposta, lo ha riferito una fonte vicina all’Eliseo, dovrebbe arrivare nel corso del Consiglio europeo straordinario che si terrà oggi stesso a Bruxelles. Il presidente francese, aggiunge la fonte, proporrà di “numero estremamente limitato di punti, dai quali partono operazioni letali”. Si tratterebbe comunque di punti militari strategici, obiettivi sensibili per il governo libico. Tuttavia la mossa “diplomatica” francese, sta creando profonde fratture all’interno del fronte europeo ed è un chiaro segnale di come la comunità internazionale si stia muovendo in ordine sparso, senza un obiettivo preciso.[MORE]
E infatti, proprio mentre la folla riunita davanti al tribunale di Bengasi, quartier generale dell’opposizione, esplode in un grido di gioia, sventolando le bandiere della monarchia di Idriss Senoussi ed urlando “Allahu Akbar!”, cioè Dio è grande, l’Italia smentisce ogni possibilità di intervento militare contro la Libia, chiedendo una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Si tratterebbe dunque, non di un attacco diretto alle forze militari del regime, bensì di un controllo delle forze aeree di Gheddafi. “I bombardamenti sulla Libia o un intervento terrestre sono due opzioni a cui l’Italia non ha mai pensato”.
La Francia dal canto suo, avrebbe riconosciuto ieri il Consiglio nazionale libico. Quello francese, è infatti, il primo governo ad aver reso pubblici i suoi rapporti con la nuova leadership dei ribelli libici. Ahmed Jebril e Ali Eassawi sono due ex funzionari del governo di Muammar Gheddafi, passati con i rivoluzionari e nominati responsabili per gli Affari esteri. Immediato il contrattacco mediatico del figlio del rais Seif al Islam: "È giunto il momento di un attacco definitivo contro gli insorti. I ribelli si comportano peggio degli animali. Non ci arrenderemo mai all’America e alla Nato. E voglio dire una cosa a Bengasi: stiamo arrivando, vedo già la vittoria davanti ai miei occhi".