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Nothing to lose, il primo Ep dei Bruno and the Souldiers

CATANZARO - Intervistare una band della propria terra è sempre una grande emozione, è un gioire attraverso la musica dal sapore strano, ma dolce. La nostra rubrica non si è persa questa occasione e ha voluto scambiare qualche chiacchiera con il simpatico Bruno Pittelli dei Bruno and the Souldiers.[MORE]

Bruno Pittelli, Giorgio Faini, Carlo Delfino,Vito Tassone, una band grintosa e al maschile. Come nascono I Bruno and the Souldiers?
I Bruno and the Souldiers nascono nel 2015, come sviluppo naturale del progetto Bruno, in cui eravamo presenti già io e il nostro bassista Carlo, che vedeva la rotazione di due diversi batteristi, tra cui quello attuale, Giorgio. Il trio aveva già elementi ska, ma l'assetto generale era decisamente più scanzonato. Il repertorio era composto da molte cover anni '60, con elementi provenienti dal mondo del rythm and blues, ska, reggae, punk.
Il progetto vede poi un ampliamento con l'ingresso del tastierista, Vito. Per tutto il 2015 abbiamo dunque rodato questa formazione, sostenendo moltissimi live in giro per la Calabria.
Ecco come sono nati i BatS.

Ska, reggae e soul, come mai questa scelta musicale?
La risposta potrebbe essere molto semplice, perché piacciono molto a me! Sono sempre stato un amante della black music fin da giovanissimo e nonostante io abbia esplorato e anche suonato diversi generi sono sempre ritornato lì.
Generi come lo ska, il reggae, il punk hanno questo aspetto sociale, questa caratteristica di militanza, di impegno, rabbia di chi vuole cambiare le cose ed ecco perché mi sono sempre piaciuti: non potevano che essere la mia scelta per una band come i BatS.

Il vostro primo videoclip è un arrangiamento di Sunny Afternoon di The Kinks, parlatecene un po’.
Quello di fare un arrangiamento di questa canzone dei Kinks, che io ho sempre adorato, è stato un mio desiderio. Mi sembrava un passo giusto per essere il primo, anche per rendere chiara fin da subito al pubblico quale fosse la strada che volevamo percorrere.
Il videoclip è un montaggio di una serie di estratti di video anni '60.

Questo lavoro ha attirato l’attenzione di un bravo produttore discografico italiano come Giulio Tedeschi, che figura è stata per voi e in che modo vi ha aiutato?
La cover di Sunny Afternoon ha riscosso molto successo, fino ad arrivare anche a destare l'interesse di Giulio Tedeschi appunto, che ci ha messo in contatto con diverse personalità di spicco nell'ambito delle riviste, come Paolo Melolla, editore di rocksound, o TonyFace Bacciocchi, che ci ha recensiti.

Il 7 agosto vede la luce l’Ep “Nothing to lose”, cosa rappresenta e quali tratti di voi esprime?
Le parole “Nothing to lose” sono tratte dal testo di Who are you: la frase lascia intendere molto di noi, di quello che vogliamo e di dove vogliamo andare. Non abbiamo niente da perdere perché non pretendiamo studi costosi, produzioni milionarie, siamo un gruppo che viene dalla strada e suona in situazioni che sono molto vicine alla gente. Bellissima gente, ovviamente.
Dunque questo primo lavoro è un po' il nostro biglietto da visita, insieme alla cover abbiamo composto tre canzoni: Who are you, Feeling of Creations e Venice.
L'ep è ciò che ci rappresenta, al 100%.

Un lavoro completamente autoprodotto che esprime la vostra tendenza al “do it yourself”, molto conosciuta dal pubblico. Qual è il vostro rapporto con il palco e i fans?
La cornice in cui volevamo entrare non era quella dei matrimoni, non era quella di band generiche con egotrip personali, abbiamo avuto l'umiltà, che è per noi un grosso valore, di pensare solo a suonare e a trasmettere ciò che vogliamo esprimere. Il nostro interesse è sempre quello di suonare live, noi abbiamo fatto più concerti che prove, e questo lo dice lunga su quanto ci piaccia suonare. Il lavoro non poteva che essere autoprodotto.
Il rapporto con i fans, se così si possono chiamare, è bellissimo. C'è molto interesse, siamo riusciti a unire, nei nostri live, persone che provengono da scene diverse. Piacciamo alla scena metal, forse grazie alla nostra sezione ritmica, poiché Giorgio e Carlo conoscono il genere e l'hanno suonato, risultando in effetti come provenienti da un genere che sta all'opposto rispetto a quello dei BatS, o forse perché queste persone riconoscono all'interno del progetto una certa indipendenza e maturità che stimola il loro interesse.
I nostri fans sono dunque persone che suonano e apprezzano generi differenti, dal punk al metal, dalla dance hall al reggae.

4 tracce dai titoli interessanti Who are you, Sunny afternoon, Venice, Feeling of creations, raccontateci in breve la storia di ognuna e il loro messaggio.
Dunque, come ho già detto Sunny Afternoon è una cover di un brano dei Kinks risalente al '69.
Who are you è un pezzo più diretto, aggressivo e immediato che è stato scritto di getto, ha al suo interno delle influenze dub, psichedeliche e con un testo quasi anti-casta, che racconta lo sfogo di un ragazzo povero nei confronti di un ragazzo ricco.
Venice non è altro che una filastrocca per bambini modificata. Parla del sentirsi oppressi, senza via d'uscita in alcuni momenti della vita e della conseguente presa di coscienza dell'essere pesci in una boccia.
Feeling of creations è caratterizzata da sonorità dub-reggae. E' un brano cupo che però racconta delle emozioni che si provano nel momento in cui si è in procinto di maturare delle scelte importanti.


Il vostro sound è in continua evoluzione, quali sono i vostri programmi futuri?
Il sound è ormai il “nostro”, sì in continua evoluzione e soggetto a sperimentazione, ma ormai ci appartiene. Di certo il nostro progetto è continuare sempre, abbiamo in cantiere delle nuove canzoni che vorremmo registrare e far ascoltare entro la fine dell'anno . In questo nuovo materiale c'è più introspezione, è contraddistinto da elementi che sono sintomo di una nuova maturità del progetto.
A breve uscirà un remix dub di Feeling of Creations ad opera di Adriano Ippolito, una vera e propria chicca.
I brani sono comunque tutti in free listening su soundcloud!

Iolanda Raffaele