Note sul Decreto 136 e l'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro
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CATANZARO 2 GEN. 2012 - Il recente Decreto del commissario alla sanità calabrese Scopelliti crea una situazione devastante per il comprensorio catanzarese cioè per la vasta area compresa tra Crotone e Vibo Valentia.[MORE]
Se è vero infatti che l’Università deve essere potenziata con un adeguato numero di posti letto per ovvie motivazioni tale potenziamento non può ricadere esclusivameneo sull’ospedale più importante dell’area centrale della Calabria in quanto quei posti letto, per il giusto ruolo dell’Università destinati alla elezione, allo studio e all’approfondimento così come confermato dallo stesso decreto,, salvo qualche eccezione, sono poco utilizzabili nell’ambito dell’emergenza e dell’urgenza.
La facoltà di Medicina è e deve restare patrimonio dell’intera Regione e piuttosto singolari appaiono le scelte di decentrare alcune Unità operative come la Cardiochirurgia(a Reggio) e la Chirurgia toracica(al Pugliese-Ciaccio) mentre del tutto irrisolto permane il problema dell’integrazione tra l’Azienda ospedaliera di Catanzaro e l’Università per non parlare delle vicende del Tommaso Campanella.
Il risultato è che l’Hub di Catanzaro viene inopinatamente ridotto di funzioni e ruolo soprattutto nell’area dell’emergenza-urgenza che si ribadisce essere centrale nella loro economia, e che vede sparire la Medicina d’Urgenza cha ha rappresentato in questi anni un insostituibile punto di riferimento e di ricerca dell’appropriatezza e il ridursi dei posti letto di Rianimazione e terapia intensiva.
D’altra parte spariscono i posti letto di Pneumologia, antica tradizione catanzarese che vantava due ospedali specializzati: Spariscono i posti letto di Dermatologia che ha rappresentato negli anni un caposaldo per tutta la Regione.
Si riducono i posti letto di Neurologia (10 comprensivi della stroke unit), di Malattie infettive di Nefrologia(con quella che sembra essere la scomparsa dell’emodialisi), viene ridotta a 1/3 l’Urologia e quasi dimezzata la Geriatria mentre anche quasi tutte le altra specialità subiscono tagli più o meno significativi con l’eccezione di una sola branca chirurgica.
Tali decisioni sono state assunte in maniera autocratica senza tener conto dei professionisti sui quali, in ultima analisi, ricade il compito di far fronte a quella che si rivelerà una situazione di assoluta inagibilità del principale ospedale dell’area centrale della Calabria.
Ancora una volta sembra che un compromesso di vertice abbia prevalso sull’interesse di centinaia di migliaia di calabresi.
E’ evidente infatti che a presiedere alle decisioni sia stata la volontà di favorire interessi di parte e non gli interessi generali degli utenti e degli operatori della sanità calabrese.
Si rinforza così l’impressione che il commissariamento, a tutti i costi voluto dal Presidente Scopelliti, sia stata l’arma per sfuggire al controllo democratico del Consiglio regionale e per poter favorire senza alcun confronto singole situazioni particolaristiche legate all’appartenenza oppure con inconfessabili legami a lobbies sanitarie.
In tutto questo rimangono aleatori il destino dell’area oncologica e la costruzione del nuovo ospedale di Catanzaro su cui si addensano pericolosi e preoccupanti dubbi..
Invito per l’ultima volta il Presidente della Giunta Regionale/Commissario ad aprire un confronto sereno ma serrato con i rappresentati politici e con quelli degli operatori finora clamorosamente esclusi non solo da ogni decisione ma anche dai pareri di fattibilità.
Ne è dimostrazione l’assoluta approssimazione con grossolane dissonanze tra la stessa tabella di riferimento dell’appropriatezza e le scelte definitive(vedi Neurochirugia e altre branche) e il mancato riferimento a dati epidemiologici che tradiscono la superficialità con cui sul piano tecnico e programmatorio quelle stesse scelte sono state effettuate.
Per tutti questi motivi da cittadino, da medico, da consigliere regionale manifesto tutta la mia indignazione e mi batterò con ogni forza e insieme a tutti coloro che vorranno impegnarsi per il pravalere dei principi di giustazia, di trasparenza e di efficienza.
Vincenzo Antonio Ciconte
Consigliera regionale Capogruppo Progetto Democratico