Politica

Nota di Fabio Celia su "catanzaresi arrabbiati"

CATANZARO 06 GEN. - Riflettevo poco fa su un fatto che mi amareggia moltissimo. Mi riferisco alla circostanza che nella nostra città, purtroppo, c'è gente da sempre abituata a vivere, o per meglio dire a vegetare, senza mai fare nulla di utile o concreto per se stessa o per gli altri. Che invece di apprezzare chi, pur partendo da zero, ha costruito qualcosa di concreto, sa solo delegittimare i risultati altrui. Ma non basta.

Perché, sebbene consapevole della propria pigrizia e insipienza, è la stessa gente che vorrebbe emergere dall'anonimato, disposta a vendersi l'anima per guadagnare un po' di visibilità. Si tratta per giunta molto spesso di quelle persone che, da campioni della nullafacenza di cui hanno fatto un'arte, hanno vissuto di politica, o grazie ai favori del potente di turno, essendo quindi incapaci di capire i sacrifici di quanti magari al contrario fanno impresa e politica per il bene collettivo oltreché per una meritata crescita personale. Neppure si immaginano, insomma, cosa stia dietro a una piccola-grande storia di successo.

Che questi ineffabili signori della maldicenza pensano di sporcare con palate di fango. E tutto ciò non so se sia più grave o desolante. Ma so invece come la nostra città sia anche questo. Dobbiamo quindi farcene una ragione e andare oltre i soliti insulsi pettegolezzi di coloro che io chiamo i "catanzaresi arrabbiati", con cui c'è poco da discutere. Perché sanno e dicono tutto loro. Ma solo, rigorosamente, a chiacchiere. Buona Epifania a tutti