Norvegia: 13enne uccide il fratellino adottivo, di 3 anni
Estero Piemonte

Norvegia: 13enne uccide il fratellino adottivo, di 3 anni

venerdì 11 ottobre, 2013

SAGVAG (NORVEGIA), 12 OTTOBRE 2013 - Un ragazzino di tredici anni, residente a Sagvag, una piccola cittadina situata nella zona Sud-Ovest della Norvegia, avrebbe ucciso il proprio fratellino adottivo, di appena tre anni. La notizia è stata divulgata nella serata di ieri ed è stato specificato che il padre dell'adolescente e del bimbo, è rimasto ferito.

Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, risulta che il ragazzino sia il figlio biologico della coppia che ha adottato il piccolo di tre anni. Quest'ultimo sarebbe stato ucciso con un coltello, almeno secondo quanto emerge dai primi rilievi.[MORE]

Il padre dei due fratelli potrebbe essere intervenuto nel tentativo di salvare il bambino, dunque potrebbe essere stato ferito per questa ragione. L'adolescente è stato arrestato, ma risulta essere troppo giovane per essere processato. Il ragazzino avrebbe confessato l'omicidio, ma le motivazioni sarebbero ancora incerte, anche se gli inquirenti tendono a pensare che il tredicenne abbia agìto spinto da gelosia. Per il momento, però, viene mantenuto il massimo riserbo sul delitto.

Kjell Steinsbø, difensore legale del tredicenne, ha spiegato ai giornalisti che dagli esami del sangue effettuati, risulta che il ragazzino non ha assunto alcuna sostanza particolare. Inoltre, l'adolescente non ha alle spalle alcun percorso psicologico-psichiatrico, pertanto, non vi era alcun elemento che lasciasse presagire quanto accaduto. Kjell Steinsbø ha aggiunto che il tredicenne è tranquillo e che per il momento è difficile capire quali siano le effettive motivazioni che lo avrebbero spinto al gesto.

Emerge, inoltre, che al momento dell'omicidio era presente un rappresentante dell'istituto che affidò il piccolo alla coppia, per una visita di routine. Kjell Steinsbø ha sottolineato che la presenza dell'operatore non risulta in alcun modo annessa all'omicidio: non era avvenuto alcun tipo di maltrattamento, né sussistevano elementi che potessero destare preoccupazione per l'incolumità del bambino. Il legale della difesa, sembra dunque volere indirizzare le ipotesi investigative verso il delitto d'impeto.

(Immagine da blog.norway.com)

Alessia Malachiti


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