Cronaca
Non ricordo e informazioni calunniose caratterizzano l'udienza trentuno del processo Rostagno
TRAPANI, 17 GIUGNO 2012 – Smentite e non ricordo. Sono state queste le parole chiave della nuova udienza – la numero trentuno – del processo Rostagno, dove sul banco dei testimoni sono stati chiamati il colonnello Elio Dell'Anna, all'epoca dei fatti comandante del reparto operativo dei carabinieri ed il collaboratore di giustizia Roberto Sipala.
Dell'Anna – apparso visibilmente a disagio - ha detto addirittura di non ricordare la sua precedente convocazione in Procura nel 1996, all'epoca guidata dal procuratore Gianfranco Garofalo.
Convocato dalla difesa di Vito Mazzara (considerato l'esecutore materiale dell'omicidio), con il colonnello il tentativo degli avvocati sembra essere stato quello di ritornare sulla vecchia pista di cui si parlò nei momenti immediatamente successivi all'assassinio, avvenuto il 26 settembre 1988 nel trapanese: la vendetta interna a Lotta Continua dopo l'omicidio del commissario Luigi Calabresi e che vide arrivare un avviso di garanzia anche per il giornalista torinese, componente dell'esecutivo che Leonardo Marino – ex appartenente al movimento – aveva accusato. [MORE]
Rostagno di quell'avviso di garanzia ne aveva parlato, anche dagli schermi di Rete Tele Cine, incaricando Giuliano Pisapia – oggi sindaco di Milano – di parlare con il giudice istruttore Antonio Lombardi così da poter essere ascoltato, rendendo note anche delle clamorose rivelazioni in merito, e chiudere definitivamente questa vicenda. È stato proprio Dell'Anna ad aver ricostruito tutto questo, dicendo anche di essere stato l'autore di un “promemoria” per il procuratore titolare dell'indagine sull'omicidio. Nessuno dei chiamati in causa, però, ha sostenuto la tesi del colonnello, che anzi è stata smentita con fermezza sia da Lombardi, quando la notizia uscì sui giornali nel 1992 che da Pisapia che a Valeria Gandus ha raccontato come «l'abboccamento con il giudice Lombardi non c'è mai stato, la ricostruzione di Dell'Anna è totalmente destituita di fondamento. All'epoca dell'arresto di Sofri, Rostagno aveva dato semplicemente la sua disponibilità a farsi interrogare», ha raccontato . I killer, comunque, arrivarono prima che il giornalista potesse fare le sue dichiarazioni.
Un approfondimento di quanto dichiarato è stato però impossibile, in quanto il colonnello si è trincerato dietro una quantità incalcolabile di non ricordo.
Ha ricordato benissimo invece Roberto Sipala – che qualche tempo fa disse di essersi inventato tutte le sue dichiarazioni in merito alla strage di via dei Georgofili del maggio 1993 - che ha confermato tutte le dichiarazioni che gli sono valse una condanna per calunnia, laddove dichiarava che il gruppo di fuoco sarebbe stato catanese (tal Fagone il killer, rimasto ferito a seguito dello scoppio del fucile) e che Chicca Roveri, la compagna di Rostagno, sia da considerare la vera responsabile dell'omicidio.
(foto: liberainformazione.org)
Andrea Intonti [http://senorbabylon.blogspot.it/]