L'esperto risponde
Non mi paghi? E io ti pignoro il gatto!
7 FEBBRAIO 2015 Forse qualcuno esagera pure, ritenendo che un' allegra bestiola possa finanche surrogare i rapporti con i propri simili. Rimane comunque il fatto che gli animali cosiddetti domestici sono degli esseri viventi, cui anche la più recente legislazione nazionale sta riconoscendo diritti non più necessariamente legati a quelli di un essere umano.
E’ quindi un paradosso che per la disciplina del codice civile italiano gli animali domestici possano essere considerati in alcuni casi dei “beni”, come un armadio, un tavolo, una libreria. Beni “pignorabili” in caso di esecuzione forzata per insolvenza debitoria.
E, di fatto, aumentano i casi in cui l’ufficiale giudiziario ha proceduto con tali atipiche e tragicomiche forme di tutela dei creditori. Si tratta di un paradosso ancor più perché la legge italiana ritiene impignorabili i beni con cui il debitore abbia un rapporto affettivo ( ad esempio, la fede nunziale).[MORE]
E se il rapporto affettivo viene riconosciuto possibile con una strisciolina di metallo, sia pure pregiato, incongruente non tutelare anche un rapporto affettivo con un cagnolino, un pesciolino tropicale in un acquario o un micione pezzato.
Degna di nota è quindi l’iniziativa di queste settimane di una petizione online per apportare modifiche alla legge nazionale in materia di tutela del credito, estromettendo gli animali domestici dai beni “aggredibili” dai creditori. Tra i firmatari della petizione figura anche il deputato Realacci, vice-presidente della Commissione Ambiente in Parlamento.
Raffaele Basile