Cronaca
Non è più ricettazione acquistare merce contraffatta: assolta a Sanremo una turista torinese
Sanremo, 20 aprile 2011 - Per qualcuno è un invito a continuare a foraggiare il mercato del falso, in mano ad organizzazioni criminali italiane o cinesi che per il commercio al dettaglio si avvalgono dell’opera di clandestini provenienti dall’Africa nera, per altri è invece una scelta ponderata compiuta dal legislatore al fine di alleggerire le Procure da una gran messe di procedimenti giudiziari: fatto sta che ieri in Tribunale a Sanremo una turista piemontese è stata assolta, grazie alla legge di depenalizzazione voluta nel 2009 dal governo Berlusconi, dall’accusa di ricettazione per aver incautamente acquistato una borsa con il marchio contraffatto nel quadrilatero dello Shopping della Città dei Fiori.[MORE]
“ Il fatto non costituisce più reato penale per sopravvenuta depenalizzazione e, quindi, si deve applicare la norma più favorevole all’imputata “ ha dunque sentenziato il giudice accogliendo le argomentazioni svolte dalla difesa di colei che si trovava alla sbarra e cioè del legale matuziano Raffaella Canessa e dell’avvocato Massimo Andreis del Foro di Torino, un profondo conoscitore della normativa a tutela dei marchi registrati e dei brevetti. Materia del contendere, infatti, era l’acquisto da parte della donna di una borsa recante il marchio Louis Vuitton che, però, di certo non proveniva dalla famosa manifattura parigina ne era stata fabbricata su sua licenza. Probabilmente il capo era stato realizzato in qualche anonimo sottoscala di uno di quegli invivibili paesoni che costituiscono la cintura urbana di Napoli dove la camorra commissiona a legioni di disoccupate tali lavori oppure in qualche quartiere periferico di Prato ove, invece, lavora la mafia cinese. L’imputata era stata fermata dalla Polizia Municipale di Sanremo in un’epoca anteriore all’entrata in vigore della Legge di depenalizzazione e, dunque, era stata deferita, per il reato di ricettazione, all’autorità giudiziaria.
Oggi, invece, chi acquista un solo capo contraffatto e ne fa un uso personale non commette più alcun reato ma solamente un illecito amministrativo sanzionabile con una contravvenzione che può variare tra i cento ed i settecento Euro. Ovviamente quei dettaglianti disonesti che, invece, acquistano questa merce al fine di rivenderla continuano a soggiacere alla sanzione penale.
La sentenza di Sanremo, una delle prime in materia in Italia, ha applicato semplicemente la nuova normativa. Secondo molti commercianti l’aver rinunciato ad usare il pugno di ferro anche contro gli acquirenti, che certamente sanno di non acquistare qualcosa di originale, favorirà la diffusione della vendita di merce contraffatta tramite i clandestini e si ripercuoterà a loro danno. Due anni fa la Giunta Comunale di centro- destra che ora governa Sanremo aveva fatto installare per il centro cittadino grandi pannelli informativi che mettevano in guardia i potenziali acquirenti dal violare la Legge penale. “ Se compri un capo contraffatto commetti un reato vero” dicevano in italiano e francese. Ieri sono stati, alla luce della nuova Legge, precipitosamente tolti.
La gente, molti i turisti, continua però a comprare roba contraffatta nelle vie di Sanremo come in quelle delle altre città turistiche di tutt’Italia tanto che pochi giorni fa, proprio nel salotto buono cittadino, il Sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato, intervenendo a tutela dell’ordine pubblico, ha pesantemente redarguito un villeggiante che stava acquistando merce da un clandestino e poi, fatta intervenire una pattuglia della Polizia Municipale, lo ha fatto multare.
Sergio Bagnoli