Nomoretato e la scena musicale italiana: intervista ai Cosmetic
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Nomoretato e la scena musicale italiana: intervista ai Cosmetic

mercoledì 10 dicembre, 2014

VITERBO, 10 DICEMBRE 2014 - Il quarto disco della band romagnola è in uscita il prossimo 16 Dicembre per La Tempesta. Questo è terzo lavoro per l'etichetta indipendente di Pordenone ed il primo del gruppo sotto la supervisione di un produttore artistico, Claudio Cavallaro. Bart - chitarrista, cantante ed autore dei testi - ha risposto ad alcune nostre curiosità.
Buona lettura!

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Qual è il significato di Nomoretato?
Nomoretato è un'onomatopeica , è più o meno il suono che fa la tua vita quando decidi di essere te stesso fregandotene di tutto. Registrato in cassetta.

Come mai la copertina è "diversa" rispetto allo stile fumettistico dei precedenti dischi?
Il motivo è che volevamo dichiarare conclusa in maniera esplicita la cosiddetta "trilogia del fumetto" (Sursum Corda, Non siamo di qui e Conquiste) dove i suoni che esploravamo avevano molte affinità coi tratti "pop" dei fumetti in questione, mentre in questo disco si aprono altri squarci, a partire dai suoni e dalle tecnologie usate per ottenerli, fino all'approccio nelle esecuzioni e agli strumenti usati.

Il disco è stato registrato a maggio "in quattro folli giorni", invece per la composizione com'è andata?
I primi pezzi risalgono al periodo in cui è uscito Conquiste, gli ultimi due a sei mesi, ad ogni modo dal nostro punto di vista è la parte che è rimasta più uguale al passato ovvero forma canzone con poche eccezioni.

È la prima volta che avete avuto la supervisione di un produttore artistico, perché questa scelta?
Non è stata una scelta, è stato solo seguire quello che succedeva, abbiamo incontrato Claudio e ci siamo piaciuti ed è nata questa sfida di fare il disco "insieme", con lui che ha messo le mani in molte cose, registrazione, arrangiamenti mixaggio e trattamento delle voci. Siamo molto contenti del risultato.

I testi sono tutti di Bart, cosa lo ispira nella scrittura?
Credo che siano di ispirazione i paradossi grandi e piccoli dell'esistenza quotidiana e i repentini cambi di punti di vista che spesso succedono nei sogni. E' probabile che in questo disco ci siano maggiori elementi di realtà. Forse sono i testi più espiciti che abbiamo mai fatto.

Ormai avete un'esperienza di oltre un decennio, secondo il vostro punto di vista cosa è cambiato nel mondo della musica dal vostro debutto ad oggi?
Fondamentalmente niente rispetto al "cosa" si suona, ma alcuni aspetti riguardanti al "come" sono cambiati molto, come la fruizione immediata di qualsiasi disco o la professionalità ostentata da tanti suonatori o addetti ai lavori, grazie a una cultura anche del live che si sta espandendo, ma questo cmq non garantisce la qualità. Anzi per fortuna la facilità con cui si può ascoltare tutto fa perdere di interesse verso quella fascia "media" di gruppi che non sono nè famosi nè sconosciuti, e ci mettiamo dentro anche noi stessi, che magari si esaltano perchè fanno visualizzazioni e like ma poi nella dura realtà non riescono a monetizzare il loro impegno e prima o poi purtroppo devono smettere di fare dischi....

Cosa ne pensate della scena musicale italiana? Quali gruppi seguite maggiormente?
Per quanto cerchiamo di stare al passo coi tempi è sempre dura riuscire ad ascoltare tutto quello che nasce nello stivale, per esempio io mi sono accorto ora di quanto sia unico e incredibile il disco di Cosmo. ovvero Marco dei Drink to me. Seguiamo un po' le due scene a noi vicine ovvero Be Forest e co. a Pesaro e Havah e co. a Forlì. Anche a Rimini oramai c'è una bella scena con alcuni gruppi quali Girless, Urali, Lantern, Goldaline, And so your life is ruined e Riviera.

Come siete approdati ne La Tempesta? Com'è fare parte di questo collettivo?
Contrariamente a come spesso succede, non abbiamo mandato niente alla Tempesta, è stato Enrico Molteni, uno che invece pare non gli scappi niente di tutto quel che esce fuori, ad ascoltarci e a riconoscere in noi un potenziale. Nel 2007 ancora in pochi avevano rispolverato l'ingrediente shoegaze, quindi ha sentito il nostro primo disco e ci ha iniziato a supportare con il collettivo. Fondamentalmente non è un etichetta bensì un insieme di gruppi ciascuno dei quali continua ad avere pieno potere su ciò che fa e ci si supporta a vicenda e si ottiene più visibilità. A conti fatti è quello che noi anche con Tafuzzy Records abbiamo sempre fatto.

Salutate e consigliate tre dischi ai nostri lettori?
Ciao. Vi consigliamo il nuovo disco di Ariel Pink "pom pom", e i nuovi dischi appena usciti di Uyuni e Riviera.

 

 

Federico Laratta

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