Fantasticherie del cuore

Noi mercanti di nuove perle

03 AGOSTO 2015 - Che cosa è la novità? Una domanda quasi banale, ma spesso corredata da risposte poco chiare e comunque volte a tingere di un nuovo colore ciò che già si conosce e da sicurezza. È strano ma è così! L’uomo vuole a parole rinnovarsi, ma in realtà tenta sempre di rimanere nel luogo sperimentato e negli usi consolidati, magari truccandoli, verniciandoli, camuffandoli. Anche l’amore per la tradizione spesso è solo una trappola dove far incastrare il nuovo che avanza. Tutto questo mentre riaffiora un passato per nulla funzionale all’equilibrio che punta al rinnovamento dell’oggi. Spesso ciò che è accaduto si connette soltanto ai processi che permettono di non cambiare nella sostanza alcuna cosa. Chi non ricorda la frase celebre del principe di Salina? Parole chiare che campeggiano nel “Gattopardo”, romanzo del 1958 scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “…tutto cambia affinché nulla cambi”.  [MORE]

È il tentativo perenne di far vedere all’esterno il rimodernamento da tutti acclamato, mentre si celebra per altre vie, meno evidenti, il trionfo della conservazione più ostile. La politica da sempre è maestra in questa direzione! Bisogna comunque ricordare che ogni intralcio al nuovo nasconde una tendenza generale più diffusa, rispetto a coloro che di fatto lo determinano. Trattasi di una inclinazione culturale della maggioranza di una comunità in tal senso, spesso ben camuffata da una teorica ricerca del nuovo. Un gioco delle parti, consapevole o meno, che da la possibilità a chi governa di muoversi in direzione della rinomata citazione del taciturno scrittore siciliano. Tutti sanno che quando invece la novità occupa le sensibilità più diffuse, qualsiasi argine istituzionale viene spazzato via, purtroppo in diversi casi per poi tornare indietro! Tante rivoluzioni, vecchie e nuove, guardando anche alla vicina Africa, hanno aperto squarci democratici prima impensabili, per cadere in nuove forme di dittatura o di confusione generale, come sta avvenendo nella vicina Libia.

Il vero cambiamento è cosa seria che migliora il mondo. È necessario però che la nuova luce, orientata ad alluminare i percorsi odierni, nasca dentro ogni individuo senza annientare i puntelli ontologici e le verità oggettive insite nell’essere umano a salvaguardia delle sue strutture immutabili. Certezze universali che non sono il vecchio che resiste, ma il “grande faro” che emette segnali potenti per illuminare meglio la strada del futuro. Una traiettoria comportamentale che consente di cambiare per davvero, tutelando le speranze di intere generazioni e le varie sequenze del cammino intrapreso. Per noi cristiani dovrebbe essere sempre attuale quello spirito da mercante in cerca di perle preziose che, continuando fiducioso il suo viaggio, riuscirà a trovarne sempre delle migliori. Noi spesso siamo stanchi, avviliti, paurosi, sotto scacco delle gelosie altrui.

Uno stato d’animo che ci rende apatici e ci impedisce di camminare di verità in verità, fino alla conquista della verità assoluta. Ci contendiamo del primo finto ristoro, sedendoci tranquilli a consumare la vita nel ripasso della nostra solita condizione. Che tristezza! Altro che ricerca della verità. Succede proprio il contrario. Regrediamo in essa, passando dalla verità piena a quella parziale, per poi facilmente entrare nella falsità, maestra famosa nel presentare ciò che forse fa comodo a chi ascolta, annullando qualsiasi spinta che porti alla ricerca del nuovo. Manca spesso la guida sapien-ziale dello Spirito. L’uomo è comunque artefice del suo destino. Il vero credente non parla con parole vecchie; non vive solo di ciò che è stato. Si attrezza per trovare sempre una nuova perla, seguendo la mappa tracciata dal sempre nuovo Cristo Gesù, oltre duemila anni or sono. E di perla in perla giungere al grande tesoro del mistero dell’umanità.

Egidio Chiarella
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