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Nobel per la Pace, Malala ritira il premio alla cerimonia ufficiale di Oslo

OSLO, 10 DICEMBRE 2014 - Lo scorso ottobre, la 17enne attivista pakistana, di religione musulmana, Malala Yousafzai, è stata insignita del Nobel per la Pace, insieme all’attivista indiano per i diritti dei bambini, Kailash Satyarthi. Oggi, durante la cerimonia ufficiale, tenutasi nella sala principale del municipio di Oslo, in Norvegia, i due hanno potuto ritirare il prestigioso premio. [MORE]
Malala, vittima di un attentato da parte dei talebani nel 2012 per le sue campagne per il diritto allo studio delle bambine, è la persona più giovane a vincere un Nobel. La sua battaglia andrà avanti fino a quando a ogni bambino sara' riconosciuto il diritto di andare a scuola.

"Se potessi servire il mio Paese nel modo migliore attraverso la politica, diventando primo ministro, allora sceglierei sicuramente di farlo, voglio servire il mio Paese e il mio sogno e' che il Pakistan diventi un Paese sviluppato e che ogni bambino riceva l'istruzione. Fin dall'inizio ho avuto questo desiderio di vedere i bambini andare a scuola, e ho iniziato la mia campagna. Continuero' a lottare fino a che vedro' tutti i bambini un una scuola", ha dichiarato.
"Il premio Nobel e' molto importante per me e mi ha dato piu' speranza, piu' coraggio, ma anche molte piu' responsabilità. Ma vedere che molte persone sono con me mi fa sentire piu' forte”, ha poi concluso.
La giovane attivista, in un’intervista alla vigilia della consegna del Nobel, si è era già detta disposta ad intraprendere una carriera politica per aiutare il proprio paese. A conclusione degli studi in Gran Bretagna, la sua aspirazione è quella di ricoprire la carica di Primo Ministro. Come da lei stessa dichiarato, la sua fonte di ispirazione è Benazir Bhutto, assassinata da estremisti islamici nel dicembre 2007, dopo aver ricoperto per due volte l'incarico di premier in Pakistan.
Il pensiero del sessantenne Kailash Satyarthi, impegnato dagli anni '90 nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile e la cui azione ha permesso di liberare dalla schiavitu' almeno 80.000 bambini, durante la cerimonia di premiazione è, invece, andato a due colleghi morti:


"Aver portato il cadavere di uno di loro, che lavorava per proteggere i bambini, e' qualcosa che non dimentichero' mai, anche se sono qui seduto a ricevere il premio Nobel per la pace"


Il premio è stato loro consegnato dal presidente del Nobel, Thorbjoern Jagland, il quale, prima di assegnarlo, ha detto:

"Una giovane e un uomo, una pakistana e un indiano, una musulmana e un indù, entrambi simbolo di ciò di cui il mondo ha bisogno: più unità e fratellanza tra le nazioni".


A turbare la cerimonia, l’irruzione di un uomo, poi fermato dalla polizia, che si era posizionato davanti ai due premiati scuotendo una bandiera messicana. Al centro della bandiera, una macchia rossa che poteva sembrare sangue, tanto da far ipotizzare che il gesto dell'uomo sia collegato alla vicenda dei 43 studenti scomparsi in Messico.

[foto: agi.it]


Antonella Sica