Estero
Nigeria: naufragio in Italia, richiesta indagine ONU
ABUJA, 8 NOVEMBRE - In Nigeria l'agenzia contro il traffico di esseri umani ha dichiarato di aver chiesto alle Nazioni Unite e all'Italia di identificare e processare i responsabili della morte di 26 donne nigeriane, che si ipotizza siano annegate nel Mediterraneo. [MORE]
Il direttore della National Agency for the Prohibition of Trafficking in Persons (NAPTIP), Josiah Emerole, lo ha dichiarato in una nota, evidenziando che migliaia di cittadini nigeriani sono morti a causa dell'immigrazione illegale nel Mediterraneo.
Domenica sono stati ritrovati i resti di 26 donne nigeriane in una nave militare spagnola, la Cantabria, ormeggiata a Salerno. Oltre alle donne morte, la nave all'interno trasportava 375 migranti tratti in salvo nel Mediterraneo.
Il portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Marco Rotunno, ha dichiarato che le 26 vittime erano coinvolte in un naufragio al largo della Libia.
Emerole ha dichiarato che le morti sono una delle conseguenze dei viaggi "disperati, pericolosi e illegali" per cercare opportunita' migliori all'estero.
"La nostra agenzia e' addolorata da questo fatto" ha dichiarato Emerole.
"Le morti sono inopportune e ingiustificate. Abbiamo fatto campagne contro il traffico di esseri umani e la migrazione illegale e cerchiamo sempre di convincere i nostri cittadini a non partire per viaggi in cui possano mettere in pericolo la propria vita, passando per il deserto e il Mediterraneo per poi finire coinvolti in prostituzione e traffico di organi" ha aggiunto il direttore dell'agenzia contro il traffico degli esseri umani
"Chiediamo un'indagine ad alto livello delle Nazioni Unite in questo incidente. Vogliamo conoscere l'identita' dei proprietari delle bagnarole che portano le persone in mare, affinche' possano essere adeguatamente processate.
Comunicheremo anche con le autorita' italiane in questo, con l'obiettivo di venire a conoscenza dei cittadini nigeriani coinvolti e processarli".
Il prefetto di Salerno Salvatore Malfa ha escluso che l'incidente sia legato allo sfruttamento della prostituzione.
Secondo quanto riportato da Repubblica, le tratte "seguono altri canali" e il rischio di un naufragio sarebbe eccessivo per gli sfruttatori. Secondo il prefetto la prima ipotesi sulla causa del decesso e' per annegamento.