Fantasticherie del cuore
Niente si può aggiungere o togliere alla Parola di Dio!
Oggi si vive in una società dove ci sono sicuramente tante persone per bene, ma c’è anche chi si è dissimulato dietro una coltre trasparente per organizzare un laboratorio “immateriale” con dentro gli attrezzi falsificati utili a ferire la verità. Si pensi a uomini e donne pronti a rimodulare ed adattare in proprio ogni regola civile non apprezzata che ruota loro attorno, ma si consideri soprattutto lo “stupro velato” verso una serie di espressioni evangeliche che potrebbero correggere in automatico due pilastri essenziali del pensiero cristiano.
Primo il peso dei dubbi quotidiani sollecitati dalla Parola; secondo i valori non negoziabili di tutti gli impegni interiori ed esteriori che un buon credente dovrebbe vivere e tutelare dinnanzi al prossimo. È difficile capire se questa “partita profonda” sia visibile o si percepisca a tratti. Certo che un cristiano deciso di allargare le maglie della sua coerenza cattolica, farà di tutto per nascondere il suo operato restando comunque d’intralcio alla verità quotidiana.
Da una parte si produrrà del fango bisunto ben camuffato e trasformato in plastilina colorata, facilmente più penetrabile nei vari varchi sociali. Dall’altra parte si tenterà di espandere le radici del proprio impianto culturale per rendere normale e fruibile qualsiasi traccia di relativismo sociale e religioso messa in campo.
Un modo chiaro di ridurre il valore della cristianità dentro le attività sociali, civili, culturali, economiche, professionali, pedagogiche, democratiche in genere, rimuovendo ad esempio i crocifissi dai luoghi pubblici e infilando con arte nelle scuole la teoria gender. Un pugno ben assestato a tradimento al cuore del vangelo, grazie alla complicità di cristiani spenti e privi di spina dorsale.
Il vangelo accomodato, come lo definisce il teologo del Signore, è diventato un modo di fare dei nostri giorni. Scrive lo stesso studioso con parole ferme e marcate: “Accomodare il Vangelo è sempre possibile. Oggi è divenuto un’arte e una scienza. Dal Vangelo si dice ogni falsità e menzogna”. A tal punto il religioso ricorda la durezza di San Paolo sulla possibilità di vedere cambiata una parola del suo insegnamento evangelico dall’assemblea del popolo a cui parlava.
Così l’ammonizione dell’apostolo ai Corinzi: “Vi proclamo poi, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!” (1Cor 15,1-2). Si fa finta di non sapere alcune volte che la Parola di Dio è una e che quindi non ci sono due Parole da riconoscere all’Altissimo.
Oggi in pochi nella vita e nella lingua corrente riescono a mantenere viva la parola detta o promessa. Il problema è più vasto perché non riguarda solo una persona. C’è infatti una tendenza di fondo pubblica e privata che oggi pone l’uomo su una strada priva di valori. O meglio esistono i valori ma spesso vengono personalizzati o generalizzati da sé stessi, dalla politica, da filosofi su sentieri non cristiani, da lobby potenti con indirizzi contrari alla Parola, ecc. I valori evangelici si materializzano se si vive una particolare esperienza personale o si affronta un problema forte che sia di salute, ma anche economico, professionale, sociale, ecc.
In questi casi, grazie a Dio, si prega; si coglie l’importanza dell’unicità della Parola; si capisce il senso cristiano della vita; si riconoscono i valori eterni che danno forma a quelli umani. Alla fine di tutto qualcuno decide di non tornare indietro e di non rinunciare all’incontro con Dio; Molti degli interessati di solito ricominciano a considerare la Parola del Creatore non più unica, ma divisibile in altre cento parole. Una per ogni azione da confondere, nascondere, truccare, cambiare. Così farlo è più comodo. È sempre possibile. È sempre nuovo e pulito. Serve il punto finale del teologo:
“Non vi sono due Parole di Dio. La Parola è una. Essa va dal primo versetto della Genesi all’ultimo dell’Apocalisse. Se alla Parola di Dio si toglie anche una sola verità, essa non è più la Parola di Dio. Manca della sua pienezza. Ma anche se si aggiunge, essa perde la sua verità. È legge divina, è volontà celeste che nulla si aggiunga e nulla si tolga”.
Deformare a volte la Parola dinnanzi agli altri per difendere la falsità di sé stessi è un danno enorme, perché mentre si perde il valore personale della testimonianza, si passa ad essere dei cristiani dal passo indietro stagionato. È purtroppo un peccato perdere il terreno guadagnato con impegno e sudore. Ma chi bleffa con Dio da domani tornerà indietro. Accadrà come capita al gambero: si andrà giù e sù per ritrovarsi sempre allo stesso posto. In questo vagare nella vita, spesso ripetuto, è verosimile che si aggiunga o si tolga qualcosa alla Parola del Signore, perché la verità si è persa ormai di vista.
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