Politica

Niente referendum provinciale per Belluno

Finisce l’avventura del referendum provinciale per il distacco della Provincia di Belluno dal Veneto e l’aggregazione al Trentino Alto Adige. La conferenza di capi gruppo del Consiglio Provinciale ha deciso di non impugnare la sentenza della Cassazione che ha dichiarato illegale la consultazione referendaria, viste le scarsissime probabilità di ribaltare una decisione della Corte Suprema.[MORE]

Il Costituzionalista Sandro De Nardi, che ha supportato l’iter in tutti questi mesi, ha spiegato con una nota come non sarebbero perseguibili né un ricorso alla Corte Costituzionale per un eventuale conflitto di attribuzione, né la revocazione per un errore di fatto del giudice nel valutare la realtà processuale.

L’iniziativa era partita un paio di anni fa da un gruppo di giovani, e aveva gradualmente raccolto l’appoggio di numerosi sostenitori, tanto che in 18 mila avevano firmato per poter sfruttare una possibilità di referendum provinciale effettivamente offerta dall’articolo 132 della Costituzione;
l'11 gennaio di quest'anno era così stato avviato dell'iter per l'indizione del referendum, e pochi giorni dopo era stato depositato l’oggetto dei quesiti.

Due mesi dopo però, l’ufficio centrale per il referendum ha dichiarato illegittima la richiesta; la Regione Trentino Alto Adige non si può modificare nel suo assetto istituzionale, e le province autonome a statuto speciale devono restare due, e due soltanto.

Dispiaciuto il presidente del consiglio provinciale Stefano Ghezze, che aveva l'incarico di seguire l'iter, che pur rispettando la sentenza della Cassazione, ritiene che i Bellunesi siano stati privati del diritto fondamentale di autodeterminarsi, restando, di fatto, vittime di un’ingiustizia.

Simona Peluso