TeatrOggi: va di scena...

Niente progetti per il futuro

RENDE (CS), 01-05-2012. Niente progetti per il futuro è la commedia che ha concluso la prima stagione del Teatro Auditorium Unical, la più recente realtà teatrale nata nel territorio, precisamente nel campus universitario di Arcavacata e aperta all'intero complesso urbanistico che si allarga fino alla città di Cosenza. Un finale di stagione che ha portato sul palco, dopo il rinvio di gennaio, due personaggi molto noti al pubblico televisivo e teatrale, Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti. Il testo - vincitore nel 2009 del PremioFlaiano - e la regia portano la firma di Francesco Brandi.


Il sipario si apre su un ponte pedonale della periferia di una grande città, dove s'incontrano due sconosciuti che hanno in comune lo stesso obiettivo, quello di suicidarsi. Sono due persone molto diverse: Covatta interpreta un garagista con una cultura scarsa e tutta di matrice televisiva, religioso e per certi versi ingenuo, ma anche dotato di grande curiosità e intelligenza tutta popolare, che lo porta spesso a speculazioni tutt'altro che banali. Sul ponte lo ha portato il suo vittimismo, incapace di superare il tradimento della moglie. Iacchetti veste i panni di un uomo di successo, uno showman televisivo colto, brillante, egocentrico, schiacciato da una profonda crisi professionale e sentimentale. [MORE]E' l'incontro tra due vite che nulla hanno in comune, se non il dolore della solitudine e del fallimento. I toni della spettacolo non sono, tuttavia, improntati al dramma, poichè tra i due si instaura un confronto vivace e brillante. Ciò che ci si propone è dunque il tentativo di affrontare tematiche forti e "importanti" - una società in crisi che produce alienazione e solitudine, e nella quale i cosiddetti valori appaiono sempre più logori - attraverso il ricorso al sorriso e alla leggerezza.


I due attori sono bravi a reggere la scena per le oltre due ore dello spettacolo (una durata che possiamo definire eccessiva) e tuttavia alla pièce avrebbe giovato una maggiore sobrietà, tanto nella scrittura quando nelle interpretazioni. Nel primo caso ci si sofferma in modo eccessivo su una comicità troppo affidata ai giochi linguistici e ai doppi sensi, nel secondo l'istrionismo dei due attori è spesso debordante (tanto da sfociare sovente nelle improvvisazioni) e avrebbe avuto bisogno di un maggiore controllo da parte di una regia più attenta. E comunque il pubblico sembra avere molto apprezzato; come si diceva lo spettacolo vive soprattutto delle performance di Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti, e i fans dei due attori difficilmente resteranno delusi. (Foto da www.messainscena.blogosfere.it).

Tommaso Spinelli