Estero
New York Times: preti pedofili, nuove accuse a Papa Ratzinger
NEW YORK – Il New York Times continua l’inchiesta sulla Chiesa e I preti pedofili e arrivano nuove pesanti considerazioni su Papa Benedetto XVI, attraverso documenti interni alla Chiesa e interviste a vescovi e esperti di diritto canonico.
Joseph Ratzinger, quando da cardinale dirigeva la Congregazione per la dottrina della fede, fu "parte di una cultura di non-responsabilità, negazionismo, e ostruzionismo della giustizia" di fronte agli abusi sessuali commessi da sacerdoti, è questa la pesante accusa che il giornale americano muove nei confronti dell’attuale Papa.[MORE]
Secondo la difesa della Chiesa nei confronti di Ratzinger, la svolta nella vicenda si è avuta nel 2001, quando fu deciso di dare alla Congregazione, diretta proprio da Ratzinger, l'autorità di semplificare le procedure e affrontare direttamente i casi di pedofilia. Dopo questa svolta, secondo il Vaticano l’attuale Papa si è dimostrato uno dei più strenui sostenitori del fatto che lo scandalo dei preti pedofili poteva ledere enormemente l’immagine della Chiesa.
Il New York Times, afferma, attraverso il parere di esperti in diritto canonico, che l’autonomia decisionale la Congregazione ce l’aveva già dal 1922 e quindi nel 2001 non ci fu nessuna svolta. "Il futuro Papa”, scrive il New York Times “non esercitò mai quell'autorità. Evitò di intervenire anche quando le accuse e i processi stavano minando la credibilità della Chiesa in America, Australia, Irlanda, e altri Paesi". Ancora oggi, prosegue l'articolo, "molti decenni dopo che gli abusi sessuali da parte dei sacerdoti sono diventati un problema, Benedetto XVI non ha istituito un sistema di regole universali".
Continua il giornale statunitense dicendo che Ratzinger invece di concentrare i suoi sforzi contro questo cancro in seno alla Chiese, si preoccupava dei preti progressisti che si stavano diffondendo in America Latina: "Mentre padre Gauthé veniva processato in Louisiana, il cardinal Ratzinger stava sanzionando pubblicamente i preti del Brasile e del Perù per aver sostenuto che la Chiesa doveva impegnarsi a favore dei poveri e degli oppressi. I suoi strali colpirono poi un teologo olandese favorevole a dare funzioni ecclesiali ai laici, e un americano che sosteneva il diritto al dissenso sull'aborto, il controllo delle nascite, il divorzio e l'omosessualità".