New York: multe per false recensioni sul web
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New York: multe per false recensioni sul web

martedì 24 settembre, 2013

NEW YORK, 24 SETTEMBRE 2013 - Tripadvisor, Amazon, Yelp, Citysearch, ma anche gli stessi Google e Yahoo sono le piattaforme online su cui qualsiasi utente del web prima o poi lascia le proprie "tracce": Sottoforma di recensioni su un hotel o un ristorante, di opinioni su prodotti elettronici acquistati e provati di persona, di testimonianze reali di chi ha il desiderio di condividere la verità sui social network, e di offrirla liberamente tra tanta pubblicità ed iniziative di marketing che tendono ad "accecare" gli utenti piuttosto che ad aprire i loro occhi. Potremmo chiamarlo il lato "puro" del web, quello non intaccato da chi tende ad esaltare un prodotto o un servizio con l'obiettivo di un tornaconto, spesso di natura economica.

Eppure d'ora in poi non potremmo fidarci neanche di queste piattaforme, dal momento che la procura di New York sta indagando su alcune recensioni false presenti su Tripadvisor, Yelp, Citysearch, Google e Yahoo ed inserite da alcuni intermiediari (agenzie di comunicazione e di marketing) a favore di ristoranti, studi medici, società di trasporti, night club. Attività che non si accontentavano dei giudizi personali, forse negativi, dei propri consumatori reali, ed hanno investito soldi per falsificarle ed aumentare così i propri introiti grazie al potere "sociale" che queste piattaforme online esercitano sugli utenti.

Si calcola, infatti, che le recensioni positive online aumentano i guadagni di un ristorante tra il 5% ed il 9%, e può permettere agli alberghi di aumentare i prezzi fino all'11%, proprio per l'ottima reputazione che ne consegue.

Numeri che hanno fatto gola a tantissime attività newyorkesi che hanno deciso di affidare la redazione di falsi commenti e recensioni a 19 società ed agenzie esperte nel marketing, migliorando introiti e reputazione. Ma il "giochetto" è durato poco, perché la procura di New York ha colto i "colpevoli" in flagrante ed ha patteggiato con essi una multa di 350mila dollari, con la promessa di interrompere tale pratica illegale. Le recensioni venivano affidate spesso a persone si paesi asiatici e dell'Europa dell'est, pagate da 1 a 10 dollari per "esaltare" positivamente un prodotto, un ristorante, un hotel. 

Le società sono state smascherate con una trappola. La stessa procura di New York ha aperto una finta yogurteria a Brooklyn e, nel cercare di fare web marketing, ha trovato tantissie agenzie disposte, in cambio di soldi, a pubblicare finte recensioni sui vari social network e sui motori di ricerca Google e Yahoo.

La pratica delle fake reviews prende il nome di astroturfing, e si stima che dal 2014 una recensione su sette sui social media sarà falsa. Ecco perchè alcuni siti come Yelp hanno già sviluppato una politica agressiva per rintracciare i commenti fasulli inseriti dagli utenti.

 

Valentina D'Andrea

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