Estero
Netanyahu alla Casa Bianca, "Iran sempre nemico per l'America" ma per Obama "solo retorica"
GERUSALEMME, 4 MARZO 2015- Benjamin Netanyahu è rientrato dagli Stati Uniti, dove ieri è intervenuto in Congresso stigmatizzando il mancato intervento Usa nella politica nucleare iraniana.[MORE]
"Ho presentato un'alternativa concreta ad un cattivo accordo" ha detto il premier israeliano, rientrato dal viaggio statunitense, rispondendo al commento del presidente americano Barack Obama, il quale, in merito, aveva dichiarato "solo retorica, nessuna proposta".
IL DISCORSO DI BENJAMIN NETANYAHU AL CONGRESSO USA
Ieri, in Congresso, Netanyahu ha trattato del nucleare iraniano e dei negoziati in corso a Ginevra, dei 5+1, in vista dell'accordo da individuare per giugno. "Il più grande pericolo del nostro mondo -ha esordito il premier- è l'Islam combattente e le armi nucleari" facendo, in particolare, riferimento al pericolo che l'Iran rappresenterebbe e sostenendo che la reazione di Israele, contro un simile, eventuale pericolo si manifesterebbe anche senza l'appoggio militare delle altre potenze "ma so - ha continuato Netanyahu- che non sarà così, perchè l'America sta dalla parte di Israele, voi state con Israele" per poi ribadire come la pericolosità di Teheran sarebbe determinata dal radicamento della "ideologia del regime iraniano... nell'Islam militante", condizione che renderebbe l'Iran un "nemico dell'America", frase a cui il premier ha aggiunto l'indefinitezza temporale, dall'alone tragico, del "per sempre" .
IL COMMENTO DI BARACK OBAMA
La reazione di Barack Obama non si è fatta attendere nei confronti di un intervento, quello israeliano, già considerato inopportuno "non ho visto il discorso di Netanyahu, ho letto la trascrizione: non c'era nulla di nuovo, l'alternativa che offre è un non accordo" per poi aggiungere "il Congresso dovrebbe aspettare un accordo per valutarlo. Non firmerò un cattivo accordo con l'Iran".
LE REAZIONI
Ma il discorso di Netanyahu non è stato gradito dai democratici americani, molti dei quali hanno deciso di non presenziare al Congresso, e ha subito le critiche dell'opinione pubblica, fermamente convinta che un simile intervento, effettuato a due settimane dalle elezioni politiche in Israele, potrebbe avere ripercussioni negative per i negoziati di Ginevra, specialmente considerando le premesse poste da Teheran, non disposta a cedere alle "avide e illogiche" richieste delle parti contro il programma nucleare dell'Iran, attualmente pacifico.
Il discorso è stato trasmesso in differita in Israele, per evitare eventuali messaggi propagandistici da parte dell'attuale premier, vista l'imminenza delle elezioni (17 marzo) , discorso, che secondo Campo sionista, coalizione di centro sinistra ostile alla Likud di Netanyahu, per il 60% degli israeliani non aiuterà ad impedire un'Iran nucleare.
NUOVI NEGOZIATI IRAN-USA
Il 17 marzo, in una località ancora da individuare, si terranno i nuovi negoziati tra rappresentanti iraniani e statunitensi. L'agenzia Fars , in virtù di alcune indiscrezioni provenienti da fonti iraniane, ha comunicato la sicura presenza di Helga Smichd, vice dell'Alto rappresentante per la politica estera Ue.
L'EVENTUALE ACCORDO
Usa, Gran Bretagna, Cina, Russia, Francia e Germania, le potenze partecipanti agli accordi di Ginevra "5+1" entro la fine di marzo tenteranno di raggiungere un accordo sul nulceare con l'Iran. Attualmente i punti sembrerebbero prevedere una limitazione per 10 anni della capacità, dell'Iran, di produrre combustibile nucleare, limitazione che comporterebbe la progressiva rimozione di varie sanzioni, pur rimanendo il vincolo delle ispezioni periodiche e l'assoluto divieto di produrre combustibile per la creazione di bombe atomiche. Sarebbe ammesso l'utilizzo di 6.500 centrifughe con l'obbligo, però, di trasferire all'estero o rendere non riconvertibile l'uranio arricchito. Le intese riguarderanno anche il reattore di acqua pesante di Arak, da ristrutturare per ridurre la produzione di plutonio, e lo stabilimento di arricchimento di Fordo, da mutare in centro di ricerca. In cambio, l'Iran chiederebbe la rimozione di gravi sanzioni che stanno minando l'economia del Paese, in particolare quelle riguardanti il commercio di petrolio.
Fonte foto: bocchescucite.org
Ilary Tiralongo