Politica

Calabria. Nella Cittadella regionale il primo soccorso è “scaduto”

CATANZARO 25 OTTOBRE -  La Cittadella regionale rispetta il regolamento sul pronto soccorso aziendale? Assolutamente no. Il sindacato CSA-Cisal ha avuto modo di venire a conoscenza delle attuali condizioni delle cassette del primo soccorso e del pacchetto di medicazione all’interno dei vari dipartimenti, seguendo alla lettera le disposizioni della normativa nazionale. Il risultato è allarmante: farmaci scaduti, materiale mancante e cassette nella quasi totalità dei casi sguarnite degli strumenti di primo soccorso. Se un dipendente regionale ne avesse bisogno, per un qualsiasi malore (finanche la febbre), dovrebbe arrangiarsi da solo senza strumenti, prima di raggiungere l’infermeria della Cittadella. È veramente grave la disattenzione che riserva l’Ente rispetto alla salvaguardia della salute e sicurezza dei propri lavoratori.


TUTTO QUELLO CHE MANCA E CHE DOVEVA ESSERCI NELLE CASSETTE DI PRONTO SOCCORSO –  Le cassette di pronto soccorso sono poco meno di una cinquantina, distribuite nei vari piani della Cittadella. Da quanto ci risulta le soluzioni fisiologiche e le soluzioni cutanee di iodopovidone (da utilizzare in caso di piccole ferite) sono tutte scadute. Le prime da ottobre 2018, le seconde da febbraio 2019 (vedi foto).


Inoltre, per i casi più gravi, pare che un defibrillatore (sui cinque in dotazione) sia stato rubato. In molte altre cassette manca il termometro, così come l’apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa. In sostanza, la dotazione attuale nella Cittadella regionale del primo soccorso sembra quella di un diroccato ufficio di periferia. Al nono piano c’è una vera e propria emergenza. A parte le tre soluzioni fisiologiche scadute e il cotone idrofilo manca tutto quanto (vedi foto).

Nella maggior parte dei casi, dall’indagine del sindacato CSA-Cisal, non viene garantito il contenuto minimo della cassetta di pronto soccorso mancando: guanti sterili, visiera paraschizzi, garza sterile, teli sterili monouso, pinzette da medicazione, confezione di rete elastica, confezione di cerotti di varie misure pronti all’uso, forbice, lacci emostatici, ghiaccio pronto uso, sacchetti monouso per la raccolta dei rifiuti sanitari. Cos’è la Regione gioca al risparmio sulla sicurezza dei lavoratori? Ricordiamo – aggiunge il sindacato – che il personale della sola Cittadella regionale è di circa due mila dipendenti, senza dimenticare le centinaia di visitatori che ogni giorno si recano presso gli uffici.


IL PARADOSSO DEL DIPARTIMENTO SALUTE NON IN REGOLA. CI SONO MEDICI E INFERMIERI (UTILIZZATI) MA NON GLI APPARECCHI PER ASSISTERE I DIPENDENTI – Nota a parte merita il dipartimento di “Tutela della Salute” (vedi foto).

Li abbiamo medici e infermieri, utilizzati da anni dietro le scrivanie e sottratti dai reparti delle Asp e delle aziende ospedaliere di provenienza, ma nella cassetta di pronto soccorso mancano termometro e il misuratore della pressione arteriosa. Le soluzioni fisiologiche e le soluzioni cutanee ipodopovidone sono, anche in questo caso, scadute. Pensavamo che questo dipartimento, per il nome che porta, prestasse maggiore attenzione. E dire che c’è anche un settore dello stesso dipartimento che dovrebbe occuparsi di raccogliere informazioni sul possesso e rispetto della normativa degli stessi strumenti presso i vari ospedali calabresi. Un bel paradosso, essendo non completo il kit presso il dipartimento.


CHI DOVEVA VIGILARE? L’ASP EFFETTUI LE VERIFICHE – È evidente che siamo di fronte ad una lampante mancanza di controllo da parte del dirigente “Datore di Lavoro”. Ed in questo caso non si potrebbe nemmeno accampare la scusa di non aver saputo nulla. Infatti – rivela il sindacato CSA-Cisal –, ci risulta che proprio a luglio di quest’anno sia stata inviata una mail al “Datore di Lavoro” avente ad oggetto: “segnalazione scadenza prodotti cassetta di primo soccorso” in cui si evidenzia l’esistenza di un cospicuo numero di prodotti medicali scaduti. Ma a quanto pare, per tanto tempo, si è fatto finta di niente. Tanto è vero che alla comunicazione non è seguita alcuna risposta e, soprattutto, nessuna contromisura. Chi avrebbe dovuto vigilare? Chi è responsabile di questa inerzia che mette a repentaglio la sicurezza di tutti i dipendenti regionali? Dimostrata questa condizione disastrata delle cassette di primo soccorso, sono rispettate – si chiede ancora il sindacato – le norme in tema di sicurezza sul posto di lavoro? Invitiamo la competente Asp ad effettuare le verifiche del caso e eseguire i provvedimenti previsti dalle leggi in materia. Il sindacato, ad ogni modo, chiede, con immediatezza, ai soggetti preposti a provvedere con la sostituzione dei prodotti scaduti e acquisire quelli mancanti nelle cassette di pronto soccorso. E sarebbe il caso di cominciare a chiedere conto a chi doveva monitorare su questi strumenti necessari a garantire la sicurezza dei dipendenti (e non) che frequentano la Cittadella regionale. Di fronte a questa sciatteria non ci sono scuse.