Societa'

Nel giorno del Family Day i cattolici scendono in piazza contro unioni civili e gender

 ROMA, 20 GIUGNO 2015 - In molti oggi sono scesi in piazza San Giovanni, a Roma, per manifestare contro il ddl Cirinnà, le unioni civili e quelle omosessuali, in difesa della famiglia tradizionale. Slogan dell’odierno Family Day è stato infatti: "Difendiamo i nostri figli. Stop gender nelle scuole".[MORE]

Nei primi mesi del 2015 la propaganda ultracattolica, la teoria del gender appunto, è entrata trionfalmente nel settore dei video virali su internet per convincere gli infedeli a firmare una petizione contro la predetta teoria.
L'organizzazione di questa manifestazione è stata così più un passaparola sui social che una vera e propria mobilitazione istituzionale. Non dunque l’autentico Family Day che aveva visto nel passato la Chiesa schierarsi compatta.

"Con questo evento - ha spiegato il portavoce del comitato "Difendiamo i nostri figli!" Massimo Gandolfini - chiediamo che si tuteli e si rispetti la famiglia fondata sul matrimonio e si ribadisca il ruolo centrale dei genitori. Rigettiamo con forza il tentativo di infiltrare nelle scuole progetti educativi che mirano alla destrutturazione dell'identità sessuale dei bambini. Sono teorie senza basi scientifiche".
"Qui ci sono famiglie, genitori, figli, persone civili che inneggiano alla famiglia e la vogliono difendere senza odiare nessuno", ha affermato il senatore di Area popolare, Roberto Formigoni, partecipando alla giornata.

A rispondere all’appello lanciato dall’intero mondo pro-life italiano riunitosi nella capitale sono stati i neocatecumenali, il neonato gruppo dei "parlamentari della famiglia", le Sentinelle, gli Evangelici, il Movimento per la vita. Sigle diverse ma coese e decise nel voler affossare il disegno di legge sulle unioni gay in discussione al Senato."Sembra che il segretario della Cei abbia detto altro ma il Santo Padre sta con noi". Lo ha puntualizzato dal palco del Family Day Kiko Arguello, iniziatore del cammino neocatecumenale. "Ho scritto al Santo Padre, dopo aver ricevuto le lettere di alcune famiglie - ha detto - e il Papa mi ha risposto quando, domenica scorsa, ha detto che ci sono ideologie che colonizzano le famiglie e contro cui bisogna agire. Qualcuno sbaglia se pensa che non gli piacciono i cortei".

La manifestazione è stata definita “inaccettabile” dal sottosegretario alle Riforme del governo Renzi, Ivan Scalfarotto, che ha partecipato al Milano Pride, la manifestazione per i diritti Lgbt al padiglione Usa a Expo. "Il governo rimanga fuori da queste contese", ha replicato il coordinatore di Ncd, Gaetano Quagliariello.
Altre polemiche contro il Family Day sono state sollevate da Gay Center, il cui portavoce, Fabrizio Marrazzo, ha lanciato sui social l'hastag #FamilyGay. "Per noi ogni giorno è #FamilyGay. Twitta anche tu il tuo amore per i tuoi diritti e per la tua famiglia", ha scritto. Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia, ha invece definito il Family Day "Una manifestazione inutile e odiosa, come tutte le manifestazioni d'odio", ha detto. "Si tratta di un festival dell'omofobia, triste e pietoso come tutte le manifestazioni a sfondo razzista, dove avranno voce i profani dell'odio verso la diversità sessuale e trionferà quel familismo amorale largamente responsabile dei guai del Paese", ha aggiunto.

Il nostro Paese è evidentemente diviso a metà dalle opinioni in materia e ciò pare insolito dato che il cristianesimo e i suoi principi sono stati e sono ancora oggi i protagonisti per antonomasia dell’Italia. Compito delle istituzioni allora sarà quello di dare risposte concrete a tutti gli italiani, anche alla “nuova forma d’amore” incarnata dagli omosessuali che sta proliferando e grida riconoscenza. D'altronde, promuovere il bene è sempre meglio che intervenire per evitare il male.

 

Luna Isabella

(foto da blog.scioperosociale.it)