Cronaca
'Ndrangheta: traffico rifiuti, arrestato anche Pittelli. Interrati in terreni agricoli, contaminazione 6000% oltre limite
'Ndrangheta: traffico rifiuti, arrestato anche Pittelli. Interrati in terreni agricoli, contaminazione 6000% oltre limite
REGGIO CALABRIA, 19 OTT - Rifiuti speciali venivano interrati anche sotto terreni agricoli, alcuni dei quali sono risultati contaminati da sostanze altamente nocive con valori che in alcuni casi sono arrivati al 6000% sopra il limite previsto con il concreto pericolo di contaminazione della falda acquifera.
E' quanto emerso dall'operazione "Mala pigna" contro la cosca Piromalli di Gioia Tauro che ha portato all'arresto di 19 persone e altre 10 misure cautelari. Tra gli indagati l'avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli nei confronti del quale, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, il gip ha disposto il carcere. Già imputato nel processo "Rinascita-Scott", l'ex senatore è accusato di concorso esterno. Per la Dda, infatti, era il "faccendiere di riferimento avendo instaurato con la 'ndrangheta uno stabile rapporto 'sinallagmatico'".
Secondo i pm avrebbe garantito "la sua generale disponibilità nei confronti del sodalizio a risolvere i più svariati problemi, sfruttando le enormi potenzialità derivanti dai rapporti con importanti esponenti delle istituzioni e della pubblica amministrazione". Inoltre avrebbe veicolato "informazioni all'interno e all'esterno del carcere tra i capi della cosca Piromalli detenuti al 41 bis" come il boss Giuseppe Piromalli detto "Facciazza" e suo figlio Antonio, reggente della cosca. Il gip ha disposto pure il sequestro di cinque aziende di trattamento rifiuti tra Calabria e Emilia Romagna. Il blitz contro i Piromalli - dopo un'indagine condotta dal Nipaaf, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale dei Carabinieri Forestali - è scattato nelle province di Reggio, Catanzaro, Cosenza, Ravenna, Brescia e Monza-Brianza. All'operazione hanno partecipato i carabinieri forestali dei Reparti in Calabria, Sicilia, Lombardia ed Emilia Romagna, del Comando provinciale di Reggio, dell'Aliquota di primo intervento di Reggio, con il supporto dello squadrone eliportato "Cacciatori Calabria" e dell'ottavo Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia.
Tra i rifiuti interrati rinvenuti anche fanghi provenienti presumibilmente dall'industria meccanica pesante e siderurgica. Dietro lo smaltimento illecito, per l'accusa, vi sarebbe stata la famiglia di Rocco Delfino, ritenuto il "tutore degli interessi della cosca Piromalli". Era lui il dominus del traffico illecito di rifiuti mediante la gestione di aziende fittiziamente intestate a terzi. Coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall'aggiunto Gaetano Paci e dai pm Gianluca Gelso, Paola D'Ambrosio e Giorgio Panucci, l'indagine ha portato alla scoperta del traffico di rifiuti speciali che aveva marcate proiezioni sul territorio nazionale ed internazionale.
Pittelli, per l'accusa, non era l'unico professionista al servizio del clan. Sono finiti ai domiciliari, infatti, commercialisti e avvocati. Ma anche Giuseppe Antonio Nucara e Alessio Alberto Gangemi, amministratori giudiziari della società "Delfino s.r.l.", facente capo all'omonima famiglia. Nominati dal Tribunale sezione Misure di prevenzione e successivamente quali coadiutori, giusta nomina da parte dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati, i due sono accusati di aver "concretamente e stabilmente partecipato alle attività delittuose del gruppo così consentendo che il sodalizio utilizzasse la società confiscata".