Cronaca

'Ndrangheta: Gratteri sequestrato parco eolico, più imponente d'Europa

CROTONE, 3 MARZO - Va avanti dal 2008 la vicenda giudiziaria che riguarda il parco eolico di Isola Capo Rizzuto (Kr), sequestrato stamani dalla Guardia di Finanza su mandato della Dda di Catanzaro. La "Wind farm" e' stata, infatti, sequestrata e dissequestrata varie volte da diversi giudici delle indagini preliminari e Tribunali del riesame insieme alle azioni delle societa' proprietarie del parco. [MORE]

Nel 2008 la Guardia di Finanza avvio' una corposa indagine sull'insediamento energetico, sospettando che fosse stato costruito dalla potente cosca Arena. E per questo sul registro degli indagati finirono 31 persone: esponenti delle cosche locali, imprenditori, tecnici e pubblici funzionari, con accuse che andavano dal riciclaggio all'interposizione fittizia di beni e societa', dal falso all'abuso d'ufficio, tutte aggravate dall'aver agito per favorire la cosca Arena. Nel 2012 i sostituti della Procura antimafia Salvatore Curcio e Paolo Petrolo ordinarono il sequestro dell'intero parco eolico, valore stimato 350 milioni di euro, e di tutte le societa' collegate. Sei mesi dopo il Tribunale del riesame revoco' il provvedimento della Dda ritenendo che il teorema secondo cui sarebbe stata la cosca Arena a realizzare e poi a gestire il parco eolico attraverso una fitta rete di societa' con sedi a Crotone e in Svizzera, nella Repubblica di San Marino e in Germania, non stava in piedi. (AGI) Kr1/Adv (Segue)

Trascorso un altro mese, anche il giudice delle indagini preliminari arrivo' alle stesse conclusioni disponendo il dissequestro delle quote della societa' 'Vent1 Capo Rizzuto', proprietaria del parco eolico; delle quote della societa' di diritto sammarinese 'Seas', azionista di minoranza della stessa 'Vent1'; delle quote della 'Purena', che in origine possedeva alcune azioni del parco eolico, detenute da Nicola Arena, nipote omonimo del boss di Isola Capo Rizzuto. La Procura antimafia, pero', impugno' la decisione e nel luglio 2013 la vicenda approdo' di nuovo davanti ai giudici del Riesame che ordinarono, per la seconda volta, il sequestro del parco eolico, accogliendo, pero', il ricorso della Procura relativamente ad un solo capo d'accusa, quello dell'interposizione fittizia di societa'. Anche in quel caso, tuttavia, il provvedimento non resse e lo stesso giudice delle indagini preliminari, un anno piu' tardi, rimosse nuovamente i sigilli al parco.

Malgrado tutto nell'avviso di conclusione dell'indagine depositato a giugno del 2015 dai sostituti procuratori della Dda Domenico Guarascio e Paolo Petrolo, con il visto del procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, e' stato riproposto il teorema iniziale: l'intera operazione economico-finanziaria sarebbe stata ideata da Pasquale Arena, ritenuto dagli inquirenti il referente e il gestore occulto degli affari della cosca, con l'ausilio di prestanome cui intestare le quote delle varie societa' e delle attivita' economiche. Attraverso un articolato sistema di interposizioni fittizie e reali, l'uomo avrebbe avviato e realizzato, per conto della cosca Arena, il parco eolico formalmente di proprieta' della "Vent1 Capo Rizzuto srl", dietro alla quale avrebbe costituito una fitta rete di societa' estere con il solo scopo di occultare la loro riconducibilita' e quella dello stesso parco alla famiglia Arena. La stessa ipotesi riproposta per il sequestro eseguito questa mattina ma, secondo gli inquirenti, corroborata da nuovi elementi