Cronaca

Ndrangheta: Rinascita; Riesame annulla arresto imprenditore

Ndrangheta: Rinascita; Riesame annulla arresto imprenditore 

CATANZARO, 28 GEN - Torna in libertà l'imprenditore di Lamezia Terme Pino Cuomo, arrestato lo scorso 19 dicembre nel corso della maxi-operazione Rinascita-Scott contro le locali di 'ndrangheta del Vibonese. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l'ordinanza con la quale il gip aveva disposto i domiciliari per Cuomo, accogliendo la richiesta del suo difensore, l'avvocato Mario Murone. 

Il legale ha prospettato l'insussistenza degli indizi relativi ai reati contestati, per l'irrilevanza penale dei rapporti intrattenuti dall'imprenditore con Pietro Giamborino, ex consigliere regionale, e con l'ex consigliere regionale Luigi Incarnato e, comunque, l'inapplicabilità della misura cautelare per il reato di traffico di influenze illecite. Richieste ritenute fondate dai giudici, che hanno accolto l'istanza. Cuomo è accusato dalla Dda di Catanzaro di traffico di influenze illecite e corruzione elettorale. 

L'imprenditore, in qualità di amministratore unico e titolare del 90% delle quote della società "Gemes srl", nonché amministratore unico della società "P&P Group srl", secondo l'accusa, avrebbe chiesto a Giamborino di attivarsi al fine di influenzare illecitamente il corso della procedura amministrativa per la realizzazione, a Paola (Cosenza), di un centro di accoglienza straordinario per migranti richiedenti asilo. In cambio avrebbe promesso e poi consegnato denaro all'ex consigliere. 

Quest'ultimo, secondo l'accusa, accettava da prima la proposta e successivamente le somme di denaro non quantificate come prezzo della sua mediazione illecita sia verso Luigi Incarnato, commissario straordinario della società Sorical, sia verso Roberto Perrotta, sindaco di Paola (non indagato in questo procedimento). 

Riguardo l'accusa di corruzione elettorale, i fatti si sarebbero svolti un mese prima degli altri. Incarnato - candidato del Pd alle politiche del 4 marzo 2018 - avrebbe offerto a Giamborino e Cuomo, che secondo l'accusa accettavano l'accordo, la propria disponibilità a favorire gli interessi economico/imprenditoriali di questi ultimi, interessati alla realizzazione del centro di accoglienza a Paola, presentandoli al sindaco e propiziando un incontro per l'illustrazione dell'iniziativa imprenditoriale di Cuomo