Cronaca
'Ndrangheta: Pignatone, colpo al "Sistema Alvaro"
Reggio Calabria, 25 luglio 2011 - "Quella assunta dal tribunale e' una decisione importante: la confisca di primo grado, accogliendo in pieno le richieste della Procura che avevano gia' determinato il sequestro di numerose imprese commerciali, per un valore complessivo di 200 milioni di euro, con sede a Roma". Lo ha detto il Procuratore Capo della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, a margine della conferenza stampa, svoltasi al comando provinciale della Guardia di Finanza per illustrare la confisca dei beni a carico della cosca Alvaro di Cosoleto. [MORE]
"Nel provvedimento del tribunale - ha sottolineato Pignatone - si parla di sistema Alvaro". Cio' per individuare la connessione tra le imprese sequestrate e la decisione strategica dal punto di vista patrimoniale degli Alvaro, assunta all'inizio del Duemila, dopo che alcuni suoi elementi erano usciti senza troppi drammi da procedimenti penali svoltisi davanti alla locale autorita' giudiziaria. La famiglia Alvaro di Cosoleto - dice ancora il capo della Dda reggina - decise di emigrare a Roma ed e' partita dall'assunzione, ovviamente fittizia, di aiuto cuoco di Vincenzo Alvaro". Investire nella capitale, infatti, e' stato molto piu' sicuro perche' farlo a Reggio sarebbe stato troppo evidente. "Dobbiamo dare atto - evidenzia il magistrato - alla professionalita' di cCrabinieri e Guardia di Finanza che hanno fatto le indagini e agli strumenti normativi offerti dal legislatore nel 2000 con il nuovo pacchetto sicurezza. Norme che hanno consentito alla Procura di Reggio di chiedere il sequestro e la confisca e al tribunale di ordinare, prima il sequestro e oggi la confisca".