'Ndrangheta: operazione "Recherche 2", nuove ordinanze per 20 persone
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REGGIO CALABRIA, 28 APRILE - Dodici ordinanze di custodia cautelare in carcere, sei agli arresti domiciliari e una con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: e' il bilancio dell'operazione "Recherche 2" portata a termine questa mattina dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dallo Sco di Roma. [MORE]
Fra i destinatari delle misure, otto persone che si aggiungono alle undici fermate gia' il 4 aprile scorso, a loro volta raggiunte stamane dalla nuova ordinanza, per lo piu' accusate di essere uomini di fiducia del boss Marcello Pesce ed in particolare di far parte della sua rete di protezione e della filiera comunicativa con l'organizzazione durante la sua latitanza. Grazie ad esse, come emerso gia' nella prima parte dell'operazione, il boss latitante riusciva ad amministrare le risorse finanziarie incamerate dalla cosca, di assegnarle ai membri del sodalizio detenuti ed ai loro familiari, oltre che di gestire, in regime di sostanziale monopolio, l'attivita' di trasporto merci su gomma per conto terzi, di curare i rapporti con le altre consorterie, intervenendo, a piu' riprese, per risolvere alcune controversie sorte all'interno dellasua compagine criminale o con altre organizzazioni della 'ndrangheta.
Stamane gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato,con il supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine "Calabria" e delle Squadre Mobili delle Questure di Catania, Vibo Valentia e Cosenza, al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia Cautelare, entrambe emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 20 persone, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale nei confronti del boss Pesce, detto "Il ballerino", arrestato dalla Polizia di Stato il primo dicembre 2016 e condannato recentemente per fatti di mafia alla pena definitiva di 16 anni e 2 mesi di reclusione, nonche' di traffico e cessione di sostanze stupefecenti, aggravati dalla circostanza di aver agevolato la cosca Pesce.
I due provvedimenti del Gip di Reggio Calabria, dunque, rinnovano le misure cautelari gia' emesse dal Gip competente per territorio sulla convalida dei fermi eseguiti il 4 aprile, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, a carico di 12 persone nell'ambito dell'Operazione "Recherche 1", e contestualmente dispongono, su proposta dalla stessa D.D.A., altre misure restrittive nei confronti di altre 8 persone. Delle 20 misure cautelari, 12 sono state emesse nei confronti delle persone gia' fermate,ad eccezione di Antonino Pesce, 25 anni, che si era reso irreperibile nell'ambito dell'operazione "Recherche 1". (
Le 8 persone arrestate in aggiunta a quelle fermate nell'operazione "Recherche 2" sono lo stesso Marcello Pesce, al quale sono state mosse nuove contestazioni; Pasquale Francavilla di 42 anni; Rocco Rachele di 49; Alfio Ciatto, 49 anni, di Paterno' (Ct); Gregorio Niglia di 34; Roccaldo Messina di 48; Andrea Villari di 25; Vincenzo Cannata' di 33. Nei confronti di Marcello Pesce, Francavilla e Rachele e' stata disposta l'applicazione della custodia cautelare in carcere, mentre per Ciatto, Niglia, Villarie Cannata' quella degli arresti domiciliari. A Messina e' stata applicata la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in tutti i giorni della settimana, per favoreggiamento personale. Avrebbe fornito a Pesce ospitalita' in un'abitazione nella sua disponibilita', dopo una delicata fase di spostamento del boss, braccato dalle forze di polizia, dal covo di via Mazzini a quello di via Conca d'Oro di Rosarno (Rc), cosi' come documentato dalle telecamere di videosorveglianza degli investigatori della Polizia di Stato.
A Marcello Pesce viene attribuito il ruolo di reggente dell'omonima potente cosca, "con funzioni di capo, promotore ed organizzatore - spiegano gli inquirenti - forte del status di latitante, con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni da compiere, degli obiettivi da perseguire, delle attivita' economiche da avviare attraverso cui riciclare il denaro e le altre utilita' provento delle azioni delittuose. Pesce e' stato raggiunto da una misura cautelare anche per i delitti di intestazione fittizia , aggravati dalla circostanza di aver agevolato la cosca, di alcune ditte sequestrate il 4 aprile scorso. (Agi)