Operazione Alchemia; politica e appalti, 40 arresti
Cronaca Calabria

Operazione Alchemia; politica e appalti, 40 arresti

martedì 19 luglio, 2016

REGGIO CALABRIA - Quaranta persone arrestate e beni per 40 milioni di euro sequestrati. E' il bilancio dell'operazione "Alchemia", condotta dalla Dia di Reggio Calabria e dalla Polizia e coordinata dalla locale direzione distrettuale antimafia che aveva chiesto anche l'arresto, negato dal Gip, di due parlamentari in carica: il deputato di Ala G. G. e il senatore del Gal A. C.. Per il primo non sussiterebbero elementi sufficienti, per il econdo le accuse sarebbero gia' compendiate in una precedente richiesta di misura restrittiva avanzata dopo l'operazione "Mamma Santissima" di venerdi' scorso. [MORE]

Gli inquirenti ritengono di aver fatto luce sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nella pubblica amministrazione al fine di aggiudicarsi i subappalti legati alla costruzione di infrastrutture ferroviarie come la "Terzo Valico dei Giovi", attualmente in fase di costruzione con l'avvenuta cantierizzazione di siti afferenti al settore ligure/piemontese. Allo scopo di agevolare l'inizio dei lavori alcuni affiliati, come riferito dal Procuratore capo Federico Cafiero De Raho, avrebbero anche anche sostenuto il movimento "SI' Tav".

Stamane , in Liguria, Calabria, Lazio, Piemonte ed in altre Regioni del nord Italia, sono state eseguite dalla Polizia di Stato e dalla Dia 42 misure cautelari (34 in carcere, 6 ai domiciliari e 2 interdittive dall'esercizio di un pubblico ufficio), emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, a carico di personaggi affiliati e contigui alla 'ndrangheta delle cosche reggine "Raso - Gullace - Albanese" e "Parrello - Gagliostro", indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e societa'. L'inchiesta si e' sviluppata in due fasi: una, condotta dal centro operativo Dia di Genova, supportato dai Centri Operativi di Reggio Calabria e Roma, nei confronti di elementi affiliati alla cosca mafiosa "Raso-Gullace-Albanese" di Cittanova (Rc); l'altra, coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, dalla Squadra Mobile di Genova e di Reggio Calabria nonche' dalla Squadra Mobile di Savona, con riguardo a soggetti appartenenti alla stessa consorteria mafiosa ed a quella dei "Parrello-Gagliostro" di Palmi (Rc)

Le indagini avrebbero svelato l'interesse della 'ndrangheta per diversi settori "strategici",come il movimento terra, l'edilizia, l'import-export di prodotti alimentari, la gestione di sale giochi e di piattaforme di scommesse on line, la lavorazione dei marmi; autotrasporti, smaltimento e trasporto di rifiuti speciali, con l'individuazione di societa' intestate a prestanome. Affiliati alla cosca cittanovese operanti in Liguria avrebbero confermato il loro profilo di pericolosita' e di solido collegamento con la "casa madre", evidenziando ancora una volta il rilevante ruolo della Liguria nelle dinamiche e negli interessi della 'ndrangheta nel Nord Italia. Sarebbe stata anche documentata la partecipazione a diversi summit mafiosi da parte degli indagati, sancendo la loro appartenenza all'organizzazione criminale di matrice calabrese.

Fra i particolari dell'attivita' delle cosche, il rito di affiliazione di figli di 'ndraghetisti al momento del compimento della maggiore eta'. Sarebbero state comprovate, in questo contesto, le relazioni con esponenti della politica reggina, anche a livello nazionale, funzionali ad un reciproco scambio di favori. Altri rapporti intrattenuti con le stesse finalita' sono stati riscontrati con funzionari dell'Agenzia delle Entrate e della Commissione Tributaria di Reggio Calabria.

Particolarmente intensi sono stati i rapporti accertati tra le imprese della cosca "Raso-Gullace-Albanese" e gli amministratori di alcuni comuni liguri, il cui operato e' stato oggetto di condizionamento, anche mediante la sollecitazione al pagamento indebito di somme di denaro, con specifico riferimento alla fornitura di servizi in materiale ambientale.

Le imprese edili e di movimento terra riferibili alla cosca avrebbero acquisito anche appalti dalla Cooperativa "Coopsette", attraverso la corruzione di dipendenti infedeli che assegnavano le commesse a seguito dell'approvazione di preventivi "gonfiati". Questo per consentire un maggior guadagno alle imprese mafiose e assicurarsi il pagamento di un corrispettivo.

L'inchiesta avrebbe permesso di documentare gli stretti rapporti e la sussistenza di interessi economici comuni tra le due cosche coinvolte, i cui affiliati gestiscono numerose societa', attive prevalentemente nel settore dei servizi di igiene ambientale con sedi in Lombardia, Emilia Romagna e Calabria, intestate a prestanome che, grazie a imprenditori e manager genovesi e romani, avevano acquisito, tra gli altri, il sub-appalto per i servizi di igiene civile e industriale di "Poste Italiane S.p.a." e "Alleanza Assicurazioni S.p.a." in provincia di Reggio Calabria.

Gli inquirenti sottolineano la tendenza della 'ndrangheta ad investire i capitali illeciti nel settore della produzione e commercializzazione di lampade a led. Documentati consistenti investimenti all'estero nel settore immobiliare mediante una serie di operazioni realizzate in costa Azzurra, nelle Canarie ed in Brasile, attraverso il riciclaggio di capitali di provenienza illecita e la contestuale acquisizione di disponibilita' finanziarie in quei paesi in forza di rapporti instaurati con fiduciari locali. Il sequestro preventivo di beni mobili, immobili, depositi bancari riguarda 21 societa', la maggior parte delle quali con sedi in Liguria, Piemonte, Lombardia, Lazio e Calabria, riconducibili, secondo la Dda, alle consorterie mafiose. Notizia segnalata da 'Ndrangheta: De Raho, A. C. riferimento politico clan

De Raho,  A. C., riferimento politico clan
A. C., il senatore del gruppo Gal di cui venerdi' scorso la Dda reggina ha chiesto l'arresto nell'ambito dell'operazione "Mamma Santissima" e nei cui confronti ha chiesto un altro provvedimento, rigettato dal Gip, nell'ambito dell'operazione di oggi denomina "Alchemia", sarebbe il riferimento politico della 'ndrangheta. Lo ha ribaditoo stamane il procuratore capo della Dda reggina, Federico cafiero de Raho, nel corso di una cinferenza stampa. "A. C - ha spiegato - e' soggetto partecipe alla cosca Raso-Gullace- Albanese, ma e' inquadrato nell'ordinanza del Gip conme riferimento politico della 'ndrangheta e non di una sola cosca". Il Gip, nel rigettare la richiesta d'arresto, ha chiarito che le accuse al'esponente politico sono gia' contenute nel provvedimento chiesto per l'operazione "Mamma sabtissima" e non ha ritenuto necessaria una nuova misura cautelare.

Con l'operazione "Mamma Santissima" di venerdi' scorso, che aveva portato in carcere quattro persone (per A. C e' stata chiesta l'autoirzzazione al Senato), gli inquirenti ritengono di aver individuato una struttura "segreta", contigua alla 'ndrangheta, capace di condizionare le elezioni, locali, nazionali ed europee, in favore di candidati di fiducia dei clan.

Toti, non bisogna abbassare guardia
Genova  "Se c'e' qualcuno che ha sbagliato paghera', pubblico amministratore o privato cittadino come e' normale che sia. Non bisogna abbassare la guardia in nessun comune d'Italia. L'autorita' anti corruzione ha piu' volte lanciato un appello in queste settimane sul pericolo infiltrazioni e sul male della corruzione che e' un male piuttosto endemico nel nostro Paese e molto grave.

La buona politica ha il dovere di combattere tutto questo, senza inchiodare la macchina del Paese nella grande opera di modernizzazione, soprattutto della nostra Liguria che deve andare avanti speditamente". Lo ha detto Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi, commentando a margine del consiglio regionale l'operazione coordinata dalla Procura di Reggio Calabria sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in diverse regioni del nord Italia, tra cui la Liguria, e che ha portato a 42 misure di custodia cautelare.

"Non e' una novita' - aggiunge Toti - che i grandi appalti facciano gola alle cosche mafiose e che la Liguria non sia esente da queso genere di problemi: vedremo quali sono i contorni di questa indagine che riguarda anche il cantiere del Terzo Valico, nello specifico alcuni appalti secondari, quindi nulla che va a toccare l'impianto complessivo del cantiere e della celerita' con cui l'opera e' giusto che prosegua nella sicurezza degli appalti e nella certezza del diritto che deve valere rigorosamente per tutte le imprese che lavorano con soldi pubblici e con soldi privati. Sul ponente ligure e' una storia antica di infiltrazioni e di presenza della criminalita' organizzata.

E' stato fatto un lavoro generoso da parte delle forze dell'ordine nel passato. Il controllo e' molto alto e, per quanto riguarda la nostra amministrazione, c'e' la volonta' di non abbassare la guardia e di tenere il massimo rigore nel rispetto della legalita'. Io penso - prosegue il presidente della Regione Liguria - che le inchieste debbano proseguire con tutta la celerita' e la certezza del caso. Ovviamente si tratta di indagini e provvedimenti cautelari, non di sentenze definitive, quindi con la prudenza e il garantismo che contraddistingue la mia personale attivita' politica quella delle forze politica della mia maggioranza,guardiamo con grande attenzione a quanto accade".(Agi)

 


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