Cronaca
'Ndrangheta. Gratteri: il narcotraffico, gruppo faceva capo famiglia Presta
COSENZA, 11 FEB - L'organizzazione dedita al narcotraffico ed allo spaccio sgominata stamani dall'operazione condotta dalla polizia con il coordinamento della Dda di Catanzaro, faceva capo alla famiglia, grazie al legame con il boss storico della 'ndrangheta cosentina Franco Presta.
Il gruppo controllava il territorio di riferimento, ovvero quello compreso tra i comuni di Tarsia, Roggiano Gravina, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese, Acri ed esercitava il proprio potere mediante la capillare e asfissiante imposizione dei propri spacciatori nelle varie piazze così come i canali di approvvigionamento e rifornimento dello stupefacente.
La droga, in particolare la cocaina, arrivava dalle cosche di Platì, nel reggino. Le accuse contestate alle 45 persone raggiunte dalla misura cautelare - 20 in carcere, 16 ai domiciliari, 7 destinatari di un provvedimento di obbligo di dimora e 2 di presentazione alla polizia giudiziaria - sono, a vario titolo, di vendita, cessione, distribuzione e commercio di ingenti quantitativi di droga, in particolare marijuana, hascisc e cocaina.
Ad alcuni degli indagati vengono contestati anche i reati di estorsione, ricettazione e detenzione abusiva di armi. Le indagini hanno consentito di ricostruire numerosi episodi di spaccio di stupefacenti e di procedere a sequestri in flagranza di reato, in varie occasioni. L'organizzazione aveva anche una grande disponibilità di armi, anche da guerra. Nell'ambito dell'operazione, denominata "Valle dell'Esaro", sono stati sequestrate anche tre autovetture, due imprese individuali e 32 immobili riconducibili ad alcuni degli indagati, in particolare a Francesco Ciliberti, Antonio Presta, Giuseppe Presta e Roberto Presta, per un valore di circa 2 milioni di euro. All'operazione ha preso parte personale del Servizio centrale operativo (Sco) e delle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro, supportati da pattuglie di diversi Reparti Prevenzione Crimine, nonché dalle Squadre mobili di Reggio Calabria, Monza-Brianza, Viterbo e L'Aquila, coordinati dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, dall'aggiunto Vincenzo Capomolla e dal pm Alessandro Riello.