Cronaca
'Ndrangheta: Operazione "Doomsday 2", gli arrestati
COSENZA, 10 NOVEMBRE - Vasta operazione dei carabinieri contro la cosca della 'ndrangheta dei 'Rango-Zingari', operante nel cosentino, per l'esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere emessi dal gip del tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda catanzarese. [MORE]
Tra i soggetti di vertice della 'ndrina colpiti dall'ordinanza c'e' anche il capo della cosca Maurizio Rango, 40 anni, gia' detenuto in regime di 41 bis. Intercettazioni, pedinamenti, riprese e riscontri alle dichiarazioni di pentiti dello stesso clan hanno consentito agli investigatori di ricostruire 3 anni di egemonia della cosca sul territorio cosentino, dal 2012 al 2015. Una vera multinazionale del crimine che gestiva lo spaccio di cocaina e hashish e le estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori, arrivando perfino ad 'assegnare' alloggi popolari agli affiliati, togliendoli ai legittimi assegnatari.
La cosca era riuscita anche ad imporsi attraverso attivita' apparentemente lecite, gestendo delle societa' di security che venivano imposte alle discoteche del luogo, non esitando, in un caso, a picchiare un gestore che si era opposto. Documentata anche l'espansione del clan verso la cittadina di Paola (Cosenza), dove il clan era subentrato anche alla locale cosca dei 'Serpa', annientata nel 2012 sempre da un'operazione antimafia. L'operazione e' stata svolta dai militari del comando provinciale di Cosenza, con il supporto di velivoli dell'ottavo nucleo elicotteri di Vibo Valentia
AGGIORNAMENTO ORE 12:11 - Delle 18 persone coinvolte nell'operazione "Doomsday 2", eseguita all'alba di oggi dai Carabinieri di Cosenza, 7 erano gia' detenute, otto erano agli arresti domiciliari e tre erano liberi. Si tratta di Antonio Abbruzzese, 41 anni; Gianluca Arlia, 23 anni; Gianluca Barone, 43; Rocco Bevacqua, 64; Celestino Bevilacqua 55 anni; Cosimo Bevilacqua, 51; Danilo Bevilacqua, 25; Leonardo Bevilacqua, 35 anni; Domenico Cafiero, 41 anni; Attilio Chianello, di 32; Francesco Ciancio di 25 anni; Giuseppe Esposito di 63 anni; Andrea Greco, 40 anni; Antonio Imbroinise, 25 anni; Luca Maddalena, 30 anni; Domenico Mignolo, 29 anni; Mario Perri, 50 anni, e Maurizio Rango, 39.
AGGIORNAMENTO ORE 15:27 Due distinte e importanti operazioni giudiziarie con ordini esecutivi di rilievo nel giro di soli due giorni danno il senso della presenza attiva dello Stato sul nostro territorio". Lo dichiara il sindaco di Cosemnza, Mario Occhiuto, in relazione alloperazione "Dooms day" compiuta oggi dai Carabinieri con l'esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti esponenti della cosca 'ndranghetista Rango-Zingari, con l'azzeramento dei vertici del gruppo criminale.
"Tengo a congratularmi - afferma Occhiuto - con il Gip distrettuale di Catanzaro che ha emesso i provvedimenti su richiesta della Dda, con i militari del Reparto operativo del Comando provinciale che hanno condotto le indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, con i procuratori aggiunti, Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto, e con il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni. Nessuna morsa criminale deve macchiare lo sviluppo di una citta' e di una regione la cui stragrande maggioranza delle persone chiede di non arretrare in civilta' e progresso sociale. Se cosi' fosse, gli sforzi di chi governa in funzione di migliori traguardi di vivibilita' sarebbero vani. L'impegno di noi amministratori ha ragion d'essere anche in funzione della stretta sinergia con le altre istituzioni, con cui oggi ancora una volta - chiosa Occhiuto - mi complimento porgendo un ringraziamento a nome di tutta la cittadinanza".
AGGIORNAMENTO ORE 16:19 colpo alla mala cosentina, ma si temono nuove leve
Con i 18 arresti di oggi, nell'ambito dell'operazione "Dooms Day 2", gli inquirenti ritengono di aver dato un colpo mortale alla cosca considerata la piu' potente della citta' di Cosenza, dopo gli arresti che avevano fiaccato i fronti criminali legati ai Rua' e ai Lanzino, negli ultimi anni, e ai Cicero, qualche anno addietro. La cosca dei Rango e degli zingari, indebolita dall'arresto di Maurizio Rango, ristretto gia' in regime di carcere duro, e colpito nuovamente dall'ordinanza di oggi, si era formata sulle ceneri di scontri e guerre, raccogliendo elementi dei clan che erano scomparsi, come quello dei Bruni, alias "Bella Bella", in auge dalla meta' degli anni '90, e innestando pericolosi elementi delle famiglie "zingare", che si erano legati alla cosca con comparaggi e matrimoni. Il riassetto finale si ebbe dopo la scomparsa di Luca Bruni, il piu' giovane dei figli di Francesco Bruni, storico capo mafia, detto proprio "Bella Bella".
Luca doveva prendere il posto di suo fratello Michele, ma cadde in un tranello, nel gennaio del 2012, e fu ucciso, nelle campagne di Orto Matera, a Castrolibero, a pochi km da Cosenza. Da allora in poi accordi e alleanze furono fatti e disfatti. I nomi dominanti fino ad oggi sono quelli dei Bevacqua, Bevilacqua, Abruzzese o Abbruzzese (con una o due "B" cambiate ad arte all'anagrafe per disorientare gli inquirenti depistandone la ricerca delle parentele fra gli adepti al clan) e anche Bruzzese. Tutti individuati e messi in carcere grazie, soprattutto, al pentimento del sodale Adolfo Foggetti, che ha rivelato organigrammi, equilibri e obiettivi della cosca. Che si e' occupata, negli ultimi anni, come non mai, di taglieggiare commercianti ed imprenditori, facendo loro sembrare come "inevitabile", grazie a minacce e intimidazioni, il pagamento del pizzo.
Ma e' stata importante, per il bilancio economico della cosca, anche l'attenzione data al traffico di stupefacenti, gestito insieme alle cosche cassanesi, anche quelle, negli anni, piu' volte, e duramente, colpite dalle inchieste della DDA di Catanzaro. Ora, come confermato dai vertici dei Carabinieri di Cosenza, l'attenzione sara' dedicata alle nuove leve, che si faranno avanti per colmare i vuoti lasciati dagli arrestati. Sperando che non scoppi una nuova guerra di mafia per il controllo del territorio. Nei giorni scorsi, ad esempio, a Paola, sul Tirreno cosentino, gli inquirenti avevano registrato azioni ostili fra esponenti di clan rivali, anche in questo caso interessati a colmare il vuoto determinato dai recenti arresti effettuati dalle forze dell'ordine. Non a caso si tratta di una delle aree su cui si era allungata la longa manus della cosca degli zingari.