Cronaca
'Ndrangheta, Don Pino De Masi: "Ho risolto il problema 25 anni fa, togliendo i mafiosi dalla Chiesa"
POLISTENA (RC), 8 LUGLIO 2014 - Don Pino De Masi, parroco a Polistena, centro della piana di Gioia Tauro (RC) ma soprattutto parte della diocesi di Oppido-Palmi, finita nella bufera giorni fa per il presunto “inchino” tributato al boss Mazzagatti durante la processione. Don Pino, referente di “Libera”, un’associazione contro le mafie, rifiuta l’etichetta di una Chiesa piegata ai boss.
Ai microfoni dell’Agi, Don Pino De Masi, ha affermato: "Io il problema l'ho risolto 25 anni fa. Quando i mafiosi sono venuti a dirmi che volevano organizzare la processione della Madonna della Catena, li ho mandati via. Mi hanno pure minacciato, ma chi se ne frega. Dico subito, che episodi come quello di Oppido vanno condannati, riprovati e sono intollerabili. Ma si tratta di un episodio, perchè la purificazione delle processioni e' iniziata da tempo. Sono episodi non nuovi - spiega - e un tempo frequenti. Ma c'e' di positivo che sono sempre piu' rari. Quindi il clamore nasce dal fatto che sono sempre piu' rari, mentre prima erano frequenti e tollerati perche' non c'era ancora la piena consapevolezza della mafia come peccato sociale. Ma la Chiesa - sottolinea - su questo e' chiara: non puo' esserci nessuna corrispondenza fra il vangelo e la mafia".
[MORE]La scomunica di Papa Francesco, indirizzata proprio lo scorso 21 Giugno, a Cassano all’Jonio, dice Don Pino De Masi, “è per noi un punto di non ritorno. Da una parte un richiamo ai mafiosi, un monito a cambiare; dall'altro un invito ala Chiesa affinche' proceda su questa strada piu' speditamente. Serve una prassi pastorale nelle chiese. Cosa che, del resto, ci chiede la gente".
Le processioni organizzate dalle 'ndrine, spiega il sacerdote, sono un fenomeno in declino. "In alcune realta' della diocesi - dice - i comitati per le feste patronali sono stati esautorati e all'organizzazione provvede direttamente il consiglio pastorale. Occorre guardare al positivo che si sta facendo”.
Gianluca Teobaldo
(Fonte Agi)