Cronaca

Ndrangheta, Dia confisca l'impero dell'imprenditore Capano

CATANZARO, 17 DICEMBRE – Interessi immobiliari, la passione per le fuori serie e lo sport e il commercio . Un imprenditore lodevole, partito dalla coste della Calabria e radicato a Roma, dove è stato capace di mettere in piedi un impero. Questo è il profilo, secondo le indagini, di Pasquale Capano, 49 anni, nativo di Belvedere Marittimo, nel Cosentino, e residente nella Capitale. A lui, la Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha confiscato beni per un valore di cinquanta milioni di euro.[MORE]

I particolari del provvedimento emesso dalla Corte d'Appello di Catanzaro sono stati resi noti oggi, nel corso di una conferenza stampa che si e' tenuta Catanzaro, nella sede della Dia, alla presenza del responsabile regionale Francesco Falbo e del coordinatore di Catanzaro, Antonio Cannarella. Alle spalle dell'imprenditore diverse attività investigative ed una condanna in giudicato per usura aggravata e truffa nell'ambito della maxi operazione "Azimuth" contro la cosca Muto di Cosenza.

Nella rete delle indagini patrimoniali sono cosiì finite le quote di 12 società riconducibili a Capano o a suoi congiunti con sedi a Roma, Latina, Milano e Cosenza; 57 unità immobiliari ubicate nelle province di Grosseto, Cosenza, Viterbo e Roma; 5 autovetture tra le quali una Ferrari F430 e una Hummer.

L’indagine scattata nel 2009, su delega della Procura generale di Catanzaro, ha interessato gli affari imprenditoriali compiuti dall'uomo e dai suoi congiunti in un arco temporale che va dal 1987 ad oggi. Il colonnello Falbo ha evidenziato che si e' trattato di un'attività "possibile grazie a quanto previsto dall'ex articolo 12 sexies della legge 356 del 1992". Capano, nello specifico, dal 1999 al 2009 non ha dichiarato alcun reddito imponibile, mentre vanta diversi precedenti di polizia tra gli anni Ottanta e il 2010, compresa la condanna per usura aggravata e truffa emessa dalla Corte d'Appello di Catanzaro nel 2007.