Cronaca

'Ndrangheta: confiscati beni per 10 mln euro. Tra la provincia di Savona e Reggio Calabria

'Ndrangheta: confiscati beni per 10 mln euro. Tra la provincia di Savona e Reggio Calabria
GENOVA, 14 OTT - La Direzione Investigativa Antimafia, su disposizione del Tribunale di Reggio Calabria ha eseguito un provvedimento di confisca di beni nei confronti di un imprenditore originario di Cittanova (Reggio Calabria) e del proprio coniuge.

La confisca ha interessato l'intero capitale sociale e il patrimonio aziendale di 4 società, 14 fabbricati e 41 terreni che si trovano in provincia di Savona e Reggio Calabria, conti correnti, beni mobili e posizioni finanziarie per circa 10 mln di euro. L'imprenditore è considerato figura apicale della cosca Raso-Gullace-Albanese con funzione di comando della articolazione 'ndranghetistica in Liguria e in Piemonte

Marito e moglie erano stati arrestati nel luglio 2016 nell'ambito della operazione antimafia denominata 'Alchemia' coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, perché gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e intestazione fittizia di beni e società. Le successive indagini patrimoniali della Dia avevano portato, nell'agosto 2019, su proposta della Procura reggina, al sequestro dei beni poiché l'imprenditore e il coniuge sono stati ritenuti dal Tribunale di Reggio Calabria caratterizzati da una pericolosità sociale in quanto indiziati di appartenenza ad associazione di tipo mafioso.

L'arrestato, soggetto di spicco della cosca Raso-Gulace-Albanese, secondo gli inquirenti ha funzioni direttive nelle 'locali' costituite in Liguria e in Piemonte, manteneva i contatti con gli esponenti di spicco di altre articolazioni territoriali della 'ndrangheta e per la condivisione di interessi imprenditoriali e il riciclo di denaro sporco. Tra l'altro, l'imprenditore nel 18 luglio 2020 era stato condannato dal Tribunale di Palmi (Reggio Calabria) a 18 anni di reclusione, ritenendolo colpevole di associazione a delinquere di stampo mafioso.

In aggiornamento

Confiscati beni a imprenditore Carmelo Gullace
 

È l'imprenditore Carmelo Gullace, originario di Cittanova ma residente a Toirano, in provincia di Savona, il destinatario della confisca disposta dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. I sigilli sono stati applicati a 41 terreni, che si trovano in Calabria e Liguria, a 14 fabbricati e all'intero capitale sociale e patrimonio aziendale di 4 società. Sono stati confiscati anche conti correnti, beni mobili registrati e posizioni finanziarie, per un valore stimato di circa 10 milioni di euro. Su richiesta della Dda di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall'aggiunto Gaetano Paci, il provvedimento di confisca è stato firmato dalla giudice Ornella Pastore e ha riguardato anche la moglie di Gullace, Giulia Fazzari. Entrambi, nel luglio 2016, sono stati coinvolti nell'operazione "Alchemia" da cui è nato il processo che ha portato alla condanna di Gullace, nel luglio 2020, a 18 anni di carcere, perché ritenuto capo promotore della cosca Raso-Gullace-Albanese. Al termine del processo, invece, la moglie è stata assolta.

In attesa del processo d'appello, che deve essere ancora fissato, si è arrivati quindi alla confisca dei beni che erano stati sequestrati dalla Dia nell'agosto 2019. Carmelo Gullace è ritenuto il punto di riferimento in Liguria e in Piemonte dell'omonima consorteria della Piana di Gioia Tauro. Secondo gli inquirenti, infatti, l'imprenditore era il soggetto "deputato, in ragione del suo ruolo, ad indire riunioni di 'ndrangheta". Inoltre, curava il mantenimento dei contatti con gli esponenti di spicco delle altre cosche, la condivisione di interessi imprenditoriali ed il reimpiego di proventi delle attività delittuose".