Cronaca

Ndrangheta: catturato il latitante Francesco Strangio

COSENZA, 15 FEBBRAIO -  E' stato catturato dai Carabinieri, il latitante Francesco Strangio, di San Luca (rc). L'uomo si nascondeva nel Cosentino. E' stato arrestato alle 20,45 di ieri sera, in contrada Petraro del Comune di Rose (Cosenza), Francesco Strangio, 39 anni, latitante dal 17 gennaio del 2018. Strangio, pregiudicato ritenuto contiguo alla cosca di 'ndrangheta degli Strangio, alias "Janchi", di San Luca (Reggio Calabria), era inserito nell'elenco dei latitanti pericolosi. Gia' condannato per reati in materia di stupefacenti, rapina e porto abusivo di armi, e sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, si era sottratto ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria, in quanto condannato in via definitiva alla pena di 14 anni di reclusione e 60.000 euro di multa poiche' ritenuto elemento di spicco di un'associazione finalizzata al traffico internazionale (con il Sudamerica, la Germania ed il Belgio) di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

In particolare, l'indagine aveva consentito di documentare l'importazione della sostanza stupefacente attraverso la spedizione con carichi di copertura, a bordo di navi salpate dal Sud America e giunte in porti del nord Europa, quali Amburgo ed Anversa. Strangio, piu' volte indagato nell'ambito di operazioni antidroga, e' ritenuto un vero e proprio broker del narcotraffico internazionale, in grado di gestire, in prima persona ed in stretta collaborazione con Bruno Pizzata, 60 anni, al vertice dell'organizzazione, che attualmente sta scontando in carcere una condanna a 30 anni di reclusione, le trattative per l'acquisto di ingenti quantitativi di cocaina. Strangio e' stato localizzato in un appartamento al terzo piano di un condominio, attraverso una prolungata attivita' info-investigativa condotta sinergicamente dai Carabinieri dei Comandi Provinciali di Cosenza e Reggio Calabria e coordinata dalle Procure Distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria, a seguito della quale si e' proceduto ad una progressiva "saturazione d'area" con il supporto specialistico dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria.

 
L'area e' stata, ieri sera, completamente cinturata per evitare una fuga del latitante. Poi i militari hanno fatto irruzione nell'appartamento con un ariete, per abbattere la porta blindata. Il pregiudicato e' stato quindi colto di sorpresa e non ha opposto alcuna resistenza. Portato in auto, i carabinieri hanno anche ricevuto l'applauso della gente che intanto era scesa per strada. Nel corso della perquisizione dell'immobile, sulla cui proprieta' sono in corso accertamenti, sono stati trovati e sequestrati circa 8.000 euro in contanti, ritenuti provento di attivita' illecite, un passaporto e diverse copie di carte d'identita' intestate a terzi soggetti, pronti per essere contraffatti con la sostituzione della fotografia, un bilancino di precisione e 3 telefoni cellulari parzialmente bruciati, lanciati dall'uomo nel caminetto presente all'interno dell'appartamento all'atto dell'irruzione. Strangio e' stato portato nel carcere di Cosenza. Il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Cosenza, il Ten. col. Piero Sutera, ha evidenziato come "le articolate e prolungate indagini che hanno portato alla cattura del latitante sono frutto del lavoro in piena osmosi posto in essere dalle varie componenti territoriali, mobili e speciali dell'Arma dei Carabinieri, il cui impiego consente di affermare in maniera capillare l'autorita' dello Stato sul territorio".

Salvini,  "Grazie alle forze dell'ordine, che ogni giorno ci fanno essere orgogliosi di loro". Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commenta cosi' l'arresto di Francesco Strangio. "Lo scorso Ferragosto - ricorda Salvini - avevamo organizzato proprio a San Luca il Comitato nazionale ordine e sicurezza pubblica: volevamo mostrare a tutti che lo Stato c'e' e non molla. L'arresto di questo criminale ne e' la conferma. Non ci fermeremo qui". Strangio era irreperibile dal gennaio 2018 dopo una condanna definitiva a 14 anni per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Faceva parte dell'elenco "latitanti pericolosi".