'Ndrangheta, boss latitante scovato in un bunker ricavato in casa, si apriva con un pomello. Deve scontare 14 anni
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'Ndrangheta, boss latitante scovato in un bunker ricavato in casa, si apriva con un pomello. Deve scontare 14 anni
ISCA SULLO IONIO, 07 OTT - Ha cercato di sfuggire nuovamente alla cattura nascondendosi in un bunker ricavato dietro una parete della camera da letto, ma il suo tentativo è stato vano. E' stato individuato dai carabinieri e arrestato. E' finita così la latitanza di Cosimo Damiano Gallace, di 60 anni, ricercato dal novembre dello scorso anno per un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d'Appello di Roma dopo la condanna a 14 anni per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e per un'ordinanza emessa dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro nell'ambito di un'inchiesta su un'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Gallace è ritenuto il boss dell'omonima 'ndrina di Guardavalle, sulla costa ionica catanzarese, con articolazioni ad Anzio e Nettuno (Roma), in Lombardia, Piemonte e Toscana. A partire dai primi anni '90, per aver preso parte alla cosiddetta "strage di Guardavalle" - tre vittime nell'agosto del 1991 - ha scontato complessivamente più di vent'anni di carcere. Ad arrestarlo sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro con un blitz condotto con il Gis dell'Arma e supportato dai Carabinieri dallo Squadrone Eliportato "Cacciatori di Calabria".
Le indagini hanno condotto gli investigatori ad un appartamento ricavato in un edificio all'interno di una ditta di produzione del calcestruzzo a Isca sullo Ionio. Nell'appartamento, di Gallace non c'era traccia ma i carabinieri hanno trovato la compagna 34enne e la figlia di 4 anni, segno che il latitante doveva essere lì, visto che i familiari risiedono in un altro luogo. Ed infatti, dopo una minuziosa perquisizione, i carabinieri hanno scoperto il bunker al quale si accedeva attraverso una finta parete nascosta dietro la specchiera in camera da letto. Per aprire la porta era stato realizzato un sistema ingegnoso: era necessario attivare un congegno meccanico ruotando il pomello centrale di un attaccapanni a muro.
Una volta aperto l'ingresso, dal nascondiglio è uscito Gallace. Nell'appartamento i militari hanno trovato 35.000 euro in contanti messi un un trolley, un tablet, 9 telefoni cellulari, di cui 2 danneggiati dall'uomo prima di essere scoperto, varie sim non ancora attive e l'hard disk dell'impianto di videosorveglianza che aveva il monitor a fianco alla tv in sala da pranzo. Un sistema che consentiva al latitante di controllare 24 ore su 24 l'area esterna all'abitazione che era anche dotata di allarme e con un cane da guardia di grossa taglia a tenere lontani eventuali curiosi. Tutti dispositivi che si sono rilevati vani davanti all'intervento dei carabinieri.