Era in una lavanderia la centrale operativa dei clan, arresti a Gioiosa Ionica, Rosarno e Siderno
Cronaca Calabria

Era in una lavanderia la centrale operativa dei clan, arresti a Gioiosa Ionica, Rosarno e Siderno

venerdì 22 gennaio, 2016

22 GENNAIO 2016 - Dalle prime ore dell'alba, e' in corso una vasta operazione della polizia di stato in Calabria. I poliziotti della squadra mobile di Reggio Calabria e del servizio centrale operativo coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria stanno eseguendo arresti e perquisizioni nei confronti di soggetti ritenuti legati a cosche della 'ndrangheta. Quattordici sono gli arresti e decine le perquisizioni nell'entroterra reggino, fra Gioiosa Ionica, Rosarno, Siderno. [MORE]

Per tutti l'accusa e' di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L'operazione denominata Apegreen ha permesso di ricostruire il ruolo della cosca Commisso di Siderno nel settore del narco-traffico internazionale. 

AGGIORNAMENTO ORE 08:50 - Delle 14 persone arrestate, 8 persone sono destinatarie di misura cautelare in carcere, 6 della misura degli arresti domiciliari. Per tutti l'accusa e' di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sono state svolte da investigatori del Servizio Centrale Operativo e della squadra mobile calabrese. L'operazione, denominata Apegreen drug, e' frutto dell'analisi e dalla ricostruzione delle conversazioni ambientali intercettate all'interno della lavanderia Apegreen di Siderno, gestita dal boss Commisso Giuseppe, detto 'u'mastru', 69 anni, detenuto per una condanna a quattordici anni di reclusione per associazione mafiosa.

Era l'estate del 2010, quando, gli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della squadra mobile di Reggio Calabria, grazie alle microspie piazzate all'interno della lavanderia Apegreen di Siderno, intercettarono ore di conversazioni fra esponenti della 'ndrangheta ionico-reggina che consentirono di ricostruire le attivita' criminali della cosca Commisso e scoprire l'esistenza di locali operative in Italia e all'estero. Quelle indagini portarono all'operazione 'crimine' che, con oltre 300 arresti, disarticolo' le proiezioni nel Nord Italia, specie in Lombardia, e all'estero (Australia e Canada) della 'ndrangheta.

Le nuove investigazioni, scaturite dalle attivita' tecniche effettuate all'interno della lavanderia Apegreen di Siderno - base operativa del sodalizio - hanno consentito con l'operazione di oggi, di qualificare il ruolo della cosca Commisso nel settore del narco-traffico internazionale. L'attuale segmento investigativo rappresenta l'epilogo delle principali inchieste condotte sulla cosca Commisso, dal 2009 ad oggi, e conferma, anche con recenti sequestri di stupefacenti, l'operativita' del sodalizio in Africa (Costa d'Avorio) e Nord Europa (Belgio) e Venezuela. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurano, oltre al boss detenuto Giuseppe Commisso, i suoi attuali broker di riferimento ed altri personaggi legati alla potente cosca Pesce di Rosarno, alla cosca Ursino di Gioiosa Ionica.

I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa, che si terra' alle 11, presso la Procura di Reggio Calabria, alla presenza del Procuratore Nazionale Antimafia Roberti, il Procuratore Capo Cafiero de Raho, il Procuratore Aggiunto Gratteri, del Questore e i dirigenti degli organismi investigativi (Andrea Grassi, dello Sco e Francesco Ratta', della squadra  mobile)

AGGIORNAMENTO ORE 08:50  - Era in una lavanderia la centrale operativa dei clan
(AGI) - Reggio Calabria, 22 gen. - E' scaturita dalle intercettazioni effettuate all'interno della lavanderia "Apegreen" di Siderno (RC), base operativa dei clan, gestita dal boss Giuseppe Commisso, 69 anni, l'operazione, denominata "Apegreen Drug", che stamane ha portato all'esecuzione, in Calabria, di 14 arresti da parte della Polizia di Stato nei confronti di personaggi ritenuti legati a cosche della 'ndrangheta. Decine le perquisizioni eseguite nell'entroterra reggino, fra Gioiosa Ionica, Rosarno, Siderno. Otto persone sono destinatarie di misura cautelare in carcere, 6 della misura degli arresti domiciliari. Per tutti l'accusa e' di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.

Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sono state svolte da investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile reggina. Nell'estate del 2010 gli investigatori dello Sco e della Squadra Mobile di Reggio Calabria, grazie alle microspie piazzate all'interno della lavanderia "Apegreen" di Siderno, intercettarono ore di conversazioni fra esponenti della 'ndrangheta ionico-reggina che consentirono di ricostruire le attivita' criminali della cosca Commisso e scoprire l'esistenza di locali operative in Italia e all'estero.

Le indagini portarono all'operazione "Crimine" che, con oltre 300 arresti, disarticolo' le proiezioni dei clan nel Nord Italia, specie in Lombardia, e all'estero (Australia e Canada). Le attivita' tecniche effettuate all'interno della lavanderia Apegreen di Siderno, dove i boss decidevano le loro strategie criminali, hanno consentito, con l'operazione di oggi, di qualificare il ruolo della cosca Commisso nel settore del narco-traffico internazionale. Gli arresti rappresentano l'epilogo delle principali inchieste condotte sulla cosca Commisso, dal 2009 ad oggi, e, secondo gli inquirenti, conferma, anche con recenti sequestri di stupefacenti, l'operativita' del sodalizio in Africa (Costa d'Avorio) e Nord Europa (Belgio) e Venezuela. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurano, oltre al boss Giuseppe Commisso, detto "u' mastru", gia' detenuto per una condanna a quattordici anni di reclusione per associazione mafiosa, i suoi "broker" di riferimento ed altri personaggi legati alla cosca Pesce di Rosarno (RC), e alla cosca Ursino di Gioiosa Ionica (RC).

Le intercettazioni hanno consentito agli inquirenti di acquisire elementi ritenuti di grande importanza per ricostruire la storia della 'ndrangheta e le sue rinnovate strategie, determinate soprattutto dal traffico di sostanze stupefacenti con l'America, un'attivita' che, secondo gli inquirenti, ha cambiato integralmente la fisionomia delle cosche calabresi ed in particolare di quella dei Commisso.

La lavanderia era considerata un luog osicuro dal boss GIuseppe Commisso, che vi incontrava altri influenti esponenti della 'ndrangheta calabrese. Forte della sua posizione di vertice in seno alla 'ndrangheta, Commisso controllava e gestiva, dalla base operativa, un ingente traffico di sostanze stupefacenti. I dialoghi intercettati hanno messo in luce, secondo gli investigatori, singole trattazioni di sostanze stupefacenti poste in essere con la costante intermediazione dello stesso Commisso, che ha monopolizzato il traffico della droga nel territorio controllato dalla cosca, con l'apertura di canali internazionali per l'approvvigionamento della cocaina dal Sud America, e in particolare dal Venezuela, in sinergia con esponenti di spicco della potente cosca Pesce di Rosarno (Rc), influente sul Porto di Gioia Tauro.

Giuseppe Commisso, secondo quanto emerso, era attivamente supportato nelle attivita' di narcotraffico da alcuni sodali dell'organizzazione, tra i quali spiccherebbero, per importanza criminale ed il ruolo svolto, Cosimo Pezzano e Claudio Spataro, Giovanni Galluzzo e Marco Macri', figlio del defunto Vincenzo detto "U baruni". Pezzano e Spataro erano i luogotenenti di Commisso, per conto del quale trasportavano e consegnavano agli acquirenti le partite di droga; curavano i rapporti con importanti esponenti di altre organizzazioni criminali, finalizzati all'acquisito di sostanza stupefacente, fra cui il camorrista Francesco Fattoruso; indirizzavano l'attivita' di altri affiliati, fra i quali Pietro Surace e Gian Luca Castagna, il sovrintendente di Polizia finito stamane ai domiciliari.

AGGIORNAMENTO ORE 11:45 Anche un sovrintendente Polizia fra 14 arrestati
C'e' un sovrintendente di Polizia, in servizio alla frontiera marittima di Gioia Tauro, fra le 14 persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Apegreen drug" della Polizia di Stato. L'uomo, G. L. C., di Siderno (Rc), si trova agli arresti domiciliari con l'accusa di aver fatto parte del gruppo criminale guidato dal boss Giuseppe Commisso, fornendo al clan informazioni riservate in merito ai container in transito nel porto di Gioia tauro. Il sovrintendente, in particolare, avrebbe fornito indicazioni su come eludere in controlli nell'area portuale nel caso di arrivo di spedizioni di stupefacenti via mare.

Avrebbe, inoltre, fatto da portavoce per conto del sodalizio, accompagnado alcuni di loro dagli acquirenti della droga. Fra questi ultimi, F. F., uomo del clan camorrista Aquino- Annunnziata di Boscoreale (Na), trovato morto il 26 marzo 2014 all'interno della sua vettura distrutta dalle fiamme. L'uomo comprava ingenti quantitativi di droga dai Commisso, pagandoli in contante ad alcune delle persone arrestate, fra cui lo stesso Castagna. (Agi)


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