Cronaca

Ndrangheta: blitz, indagato ex assessore Calabria

CATANZARO, 21 LUG - C'è anche Francescantonio Stillitani, di 66 anni, già assessore regionale e sindaco di Pizzo, tra le persone indagate nell'operazione, denominata "Imponimento", condotta dalla Guardia di finanza e dalla Polizia elvetica che ha portato al fermo di 75 persone. Nei suoi confronti la Dda di Catanzaro ipotizza, tra l'altro, il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Imprenditore del settore turistico e agricolo, Stillitani era assessore al Lavoro nella Giunta regionale guidata da Giuseppe Scopelliti e dal 2013 ha lasciato la politica. Nell'operazione è indagato anche il fratello Emanuele. Secondo quanto si è appreso la Guardia di finanza ha anche sottoposto a sequestro 

In aggiornamento

E' accusato anche di scambio elettorale politico mafioso, estorsione, violenza privata e danneggiamento l'ex assessore regionale Francescantonio Stillitani, che è stato sottoposto a fermo nell'ambito dell'operazione "Imponimento". In particolare, secondo l'accusa, Stillitani, candidato con la lista dell'Udc alle regionali del 2005 avrebbe ottenuto dalla cosca Anello Fruci la promessa di voti in cambio della erogazione di una somma di denaro pari a circa 100 euro a voto per un pacchetto dai 60/70 ai 100 voti circa, per un totale di circa 10.000 euro, oltre alla promessa di di poter indicare allo stesso Stillitani i nominativi di soggetti da assumere o da mantenere in servizio nelle strutture turistiche di proprietà del politico e imprenditore

In aggiornamento

Due imprese riconducibili ad altrettante persone sottoposte a fermo nell'operazione "Imponimento" hanno avuto accesso al "Fondo centrale di garanzia PMI", misura di sostegno statale per l'accesso agevolato al credito, rivolto sia alle piccole e medie imprese che alle persone fisiche, la cui attività imprenditoriale era stata danneggiata dall'emergenza COVID-19. E' quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di finanza. Una delle due imprese è stata sottoposta a provvedimento di sequestro d'urgenza. Dalle indagini è anche emerso che 3 fermati avevano ottenuto il reddito di cittadinanza, uno quale diretto richiedente e, negli altri due casi, ne avevano beneficiato quali componenti di un nucleo familiare.