Cronaca

'Ndrangheta: arresti, Gip, vicenda dimostra protervia mafiosa.

'Ndrangheta: arresti, Gip, vicenda dimostra protervia mafiosa. "Incendio tabaccheria strumento per sottomettere parte offesa"
REGGIO CALABRIA, 31 MAG - "Ho guardato stamattina, là al tabacchino… praticamente ha una porta… sotto ha il battiscopa. Quindi, pure che io apro, noi non possiamo… un pochettino la porta e basta, non passa dentro la benzina". "Non passa il liquido… noi possiamo… o sopra la serranda… gli diamo fuoco".

E ancora: "Cambiagli la targa, al motorino, togli il portapacchi, compra due adesivi… tanto poi di là devi andare subito a casa". "Avevo un'adrenalina, ma avete visto? Qualcosa? Si vede qualcosa? Poco". Non c'è solo il video che inchioda Antonio Morabito, detto Totò, e Riccardo D'Anna, accusati di avere incendiato la tabaccheria a Ravagnese con lo scopo di convincere il titolare a vendere l'esercizio commerciale. Nell'ordinanza di custodia cautelare ci sono anche diverse intercettazioni, registrate dai carabinieri, in cui gli indagati di fatto confessano la tentata estorsione.

La vicenda "rappresenta la plastica dimostrazione della protervia mafiosa che non ammette forme di opposizione, che pretende e reagisce, specie con violenza, per sbaragliare la concorrenza e assicurarsi illecitamente fette di mercato che assume essere proprie 'di diritto'". Lo scrive il gip Giovanna Sergi nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dei sostituti della Dda Walter Ignazitto e Nicola De Caria.

"Il danneggiamento a mezzo incendio della tabaccheria - scrive ancora il gip - rappresentava lo strumento attraverso il quale i due indagati provavano a sottomettere la volontà della parte offesa, al fine di convincerla a retrocedere dai propri intendimenti con la vendita al Morabito dell'esercizio commerciale".

Nel fascicolo dell'operazione "La fabbrica dei cornetti" sono finiti i verbali di diversi collaboratori di giustizia che hanno indicato Totò Morabito come un esponente di 'ndrangheta vicino alle cosche di Archi: "Era stato mandato da Peppe De Stefano nei locali dei Ficara. - ha dichiarato il pentito Daniele Filocamo - In assenza dei Ficara comandava lui". "Lui non aveva bisogno di essere battezzato come ndranghetista in quanto il suo è un livello di 'ndrangheta molto elevato". Sono le parole del collaboratore Pino Liuzzo secondo cui Totò Morabito "è il braccio destro di Pino Ficara e, quindi, riconducibile alla cosca Ficara-Latella".