Cronaca

'Ndrangheta: Operazione 'Perseverance'. Arrestato a Reggio Emilia 'braccio' della cosca Salvatore Procopio

'Ndrangheta: arrestato a Reggio Emilia 'braccio' della cosca Salvatore Procopio, nell'ambito dell'operazione 'Perseverance'
REGGIO EMILIA, 08 OTT -
La Polizia di Stato di Reggio Emilia ha arrestato il 47enne Salvatore Procopio, ritenuto dagli inquirenti un appartenente alla 'Ndrangheta emiliana. L'uomo è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e di detenzione illegale di armi da sparo. La misura di custodia cautelare in carcere è stata eseguita dalla squadra mobile della questura reggiana, ordinata dal gip del tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi su richiesta del procuratore capo della Dda, Giuseppe Amato e dalla pm Beatrice Ronchi nell'ambito dell'operazione 'Perseverance'.

L'inchiesta aveva già portato in manette diversi esponenti di spicco del sodalizio tra cui Giuseppe Sarcone Grande, Salvatore Muto (classe '85, fratello di Luigi e di Antonio già condannati in Appello anche nel maxi processo Aemilia), Domenico Cordua e Giuseppe Friyio per associazione mafiosa e per tentata estorsione aggravata dal metodo e dall'agevolazione mafiosi. Nell'occasione era stata documentata un'attività estorsiva per due milioni di euro di provenienza illecita ed era stata sequestrata un'arma con matricola abrasa e illegalmente detenuta. Arma che, secondo gli investigatori, era stata ceduta a Cordua da Procopio. Quest'ultimo è considerato un cosiddetto 'azionista', in grado di compiere azioni criminali anche violente, usando la propria autorevolezza per dirimere controversie e conflitti favorendo in particolare la famiglia Muto già colpita dalle operazioni Aemilia e Grimilde.

"La lotta alla pervasiva presenza della criminalità organizzata deve essere improntata ad una costante e metodica opera di contrasto. L'obiettivo è mantenere un'altissima soglia di attenzione ai fenomeni criminali di matrice mafiosa. L'esperienza ed il bagaglio di conoscenze acquisite nel corso degli ultimi anni, segnati da pesanti condanne comminate a carico di associati, va implementato e valorizzato, perché è indubbio come la 'Ndrangheta sia ancor più pericolosa, quando si mimetizza, evitando azioni criminali eclatanti", il commento del questore di Reggio Emilia, Giuseppe Ferrari, nel complimentarsi coi suoi uomini e con la Dda.