Cronaca
'Ndrangheta: arrestato a Roma il latitante Domenico Mollica
ROMA, 29 GENNAIO 2015 - Arrestato dalla Polizia di Stato il latitante Domenico Antonio Mollica, il terzo nella lista del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma a dover finire in carcere per i reati di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso, commessi per favorire l'associazione mafiosa denominata 'ndrangheta operante in Calabria e a Roma per il controllo delle attivita' illecite sul territorio. [MORE]
Mollica, 47 anni, era sfuggito all'esecuzione di una misura restrittiva della liberta' personale lo scorso 9 gennaio quando, nell'ambito dell'operazione "Fiore Calabro" coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, erano stati arrestati Placido Scriva e Domenico Morabito. I poliziotti che bussarono alla sua porta non lo trovarono in casa. La sua latitanza e' pero' durata meno di venti giorni. Quando gli Agenti della Squadra Mobile di Roma hanno bussato all'uscio di casa e la moglie ha aperto la porta, di Mollica non c'erano traccie. Convinti della sua presenza nell'abitazione, pero', i poliziotti hanno chiesto la collaborazione dei Vigili del Fuoco, per esplorare eventuali intercapedini. Particolarmente interessante e' parso subito il sottotetto dell'appartamento, una palazzina terra- cielo nel comune dell'alta provincia di Roma.
L'assenza di vie di accesso visibili a quell'area, ma la presenza di prese d'aria esterne, hanno indotto gli operanti ad abbattere il solaio; al secondo colpo di mazza, dalla soffitta si e' sentita una voce dire "Scendo, scendo"; l'accesso al sottotetto era abilmente camuffato all'interno di un armadio a muro, il cui pannello superiore scorrevole ha rivelato l'esistenza di una botola dalla quale il ricercato, calandosi da una corda attaccata all'architrave del tetto, e' uscito. Il sottotetto ha rivelato la presenza di un locale, scaldato dalla canna fumaria, dove era presente un giaciglio, acqua, documenti e un santino ritraente la Madonna di Polsi. La presenza di un bunker nel territorio romano e' una novita' e rappresenta un ulteriore elemento che depone per le conclusioni che il G.I.P. ha tratto all'esito delle indagini della Squadra Mobile e della Direzione Distrettuale Antimafia romane.
(fonte: AGI)