Cronaca

'Ndrangheta, arrestati a Milano tre finanzieri

MILANO, 27 GENNAIO 2012 – Arresti, perquisizioni e sequestri di immobili ad opera della Polizia di Stato in queste ore a Milano. Disposta dal gip del tribunale di Milano, su richiesta della direzione distrettuale antimafia, l’operazione fa parte dello stesso filone di indagine che ha riguardato il novembre scorso il clan ‘ndranghetista Valle – Lampada. Quello che desta più scalpore è che anche in questa seconda parte delle indagini sarebbero coinvolti “ pubblici ufficiali “ fiancheggiatori della cosca. Le indagini precedenti, coordinate dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Paolo Storari e Alessandra Dolci, avevano portato all’arresto dei fratelli Giulio e Francesco Lampada insieme ad altri membri della famiglia. In quell’occasione finirono in manette anche il Presidente delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, un consigliere regionale della Calabria, un noto avvocato e un maresciallo della Guardia di Finanza.[MORE]
In mattinata la Questura di Milano ha precisato che i destinatari delle custodie cautelari di questa nuova fase dell’operazione contro il clan Lampada sono cinque, tra cui tre agenti della Guardia di Finanza in servizio a Milano ( colleghi del maresciallo arrestato nell’ambito dell’inchiesta il 30 novembre scorso ) mentre gli altri due non sarebbero pubblici ufficiali ma fiancheggiatori della cosca. L’accusa per i militari in questione sarebbe quella di corruzione. Secondo quanto si apprende dalle prime informazioni i tre agenti avrebbero ricevuto 40 mila euro al mese dagli uomini della cosca per chiudere un occhio sui controlli effettuati. Ai tre sarebbero stati sequestrati beni per un valore di circa 720 mila euro. Tra le cinque persone destinatarie dell’ordinanza firmata dal Gip figura anche il direttore del lussuoso Hotel “ Brun “ , anche lui secondo le accuse, sarebbe sul libro paga dei Lampada. Le indagini proseguono in tutta la Lombardia e in altre regioni. Quello che emerge da queste due trance dell’inchiesta è che i clan possono contare sull’appoggio di persone che dovrebbero invece essere al di sopra di ogni sospetto e che, invece, gli permettono di radicarsi ancora di più sul territorio fornendo tutta una rete di informazioni e protezioni.
Daniela Dragoni