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Natuzzi. La Newco ufficializza il suo ritiro

 SANTERAMO IN COLLE (BA)- Era nell’aria. Lo aveva preannunciato (vedi www.infooggi.it/articolo/natuzzi-la-news-ha-un-ripensamento/65137/ e ora è arrivata la conferma. La Newco che si era dimostrata interessata a investire e portare parte della produzione romena negli stabilimenti Natuzzi fa retromarcia e annuncia il suo ritiro. [MORE] 

Però non tutto è perduto, perché al MISE proseguono gli incontri tra l’azienda e le parti e pare che ci siano altri due imprenditori disposti a investire e ripartire in Italia con le produzioni romene. Si spera che non si faccia la stessa fine con la prima Newco. Le due nuove Newco dovrebbero assorbire circa 75 lavoratori, a differenza della prima, che si era detta disponibile a riassorbire tra le 100 e le 120 unità.
La situazione non è delle più rosee, poiché ci sono quasi 1500 lavoratori a rischio licenziamento entro ottobre 2014. A questo bisogna aggiungere anche le speranze che vengono puntualmente affievolite ogni qualvolta si parla di rilancio del settore del mobile imbottito. Eppure ci sono tutti i presupposti per poter investire e fare impresa nel territorio. L’accordo di programma dello scorso ottobre mette sul piatto parecchi fondi e una serie di incentivi che dovrebbero favorire la ripresa del settore. Però, ad oggi, tranne qualche timido accenno, di concreto c’è ben poco.
Come scritto nell’accordo di programma, le Newco dovrebbero assorbire gli esuberi della produzione e portare in Italia le produzioni romene. Tutto ciò ha fato scendere il numero degli esuberi dai 1700 iniziali a 1506, una riduzione di circa 200 unità. Certamente non è poco.
Fino ad ottobre i lavoratori potranno godere della CIGS. Il problema nascerà dopo, con centinaia di operai che rischiano di rimanere fuori dal ciclo produttivo, con inevitabili e pesanti ripercussioni sul territorio murgiano.
Con gli incentivi all’esodo, circa 600 lavoratori dovrebbero essere messi in mobilità volontaria. Altri 500- che diventano 700 dal 2018- dovrebbero essere assorbiti dalle nuove realtà imprenditoriali, ammesso che queste siano pronte e disponibili a investire sul territorio. Circa 150, grazie ai fondi dell’accordo di programma, dovrebbero andare a lavorare in imprese già presenti sul territorio.
Intanto proseguono gli incontri al MISE e il prossimo è previsto l’11 giugno, con l’augurio che si possa arrivare alla migliore soluzione possibile.

Giovanni Dimita