Nathan, prigioniero del proprio corpo, cambia sesso ma, deluso, ricorre all'eutanasia
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BRUXELLES, 2 OTTOBRE 2013- Era nato come Nancy. Ed era diventato Nathan. La storia di quest’uomo belga sta oggi facendo il giro del mondo. Perché dopo l’operazione che l’ha trasformato in uomo, Nathan non era riuscito a trovare la serenità che cercava. Ed ha così deciso di ricorrere all’eutanasia. [MORE]
Non si era mai sentito una donna. Ventiquattro ore prima di lasciarsi morire, Nathan aveva rilasciato un’intervista al quotidiano Het Laatste Nieuws, nella quale raccontava di come anche da piccola non si fosse mai sentito a proprio agio in quel corpo da femmina. Lui, unica bambina dopo tre fratelli maschi, ha detto che anche a casa era “appena tollerato” e che spesso la madre gli ripeteva: “Se solo tu fossi stato un ragazzino”. Dormiva in uno sgabuzzino sopra il garage, insomma, riceveva un trattamento diverso rispetto ai fratelli. Durante l’adolescenza, poi, ha cominciato a capire di essere attratto dalla ragazze e da lì è nato in lei un sogno: sottoporsi all’operazione per il cambio di sesso. La terapia è stata lunga, prima gli ormoni e poi nel 2009 una mastectomia (la rimozione della mammella) e infine la ricostruzione dei genitali. Ma qualcosa ancora non andava per Nancy, ora divenuto Nathan. “Quando mi sono guardato per la prima volta allo specchio dopo l’operazione, ho provato un’avversione contro me stesso” ha spiegato Nathan. “Invece di poter finalmente cominciare a vivere, mi sentivo imprigionato in un corpo che detestavo”. E così la scelta di ricorrere alla “dolce morte”. In Belgio l’eutanasia è infatti consentita non solo per porre fine a sofferenze fisiche ma anche psicologiche. Nel Paese oggi si è riaperto il dibattito sul tema dell’eutanasia per i minori.
Federica Sterza
Foto www.images2.corriereobjects.it