Cronaca

Natale, Cantafora: "lance e spade contro Lamezia in mano a mafiosi e specialisti malaffare"

LAMEZIA TERME (CZ) 25 DICEMBRE 2013 -  “Lance e spade” si accaniscono anche contro la comunità lametina e ad averle in mano sono “gli uomini, le donne e i clan della mafia, tutti gli specialisti del malaffare, chi della corruzione e del clientelismo ha fatto il trampolino della sua posizione sociale e a Lamezia sono tanti”.

Nel cuore della Notte Santa, che celebra il Natale del Signore, il Vescovo di Lamezia Terme Mons. Luigi Cantafora, presiedendo la celebrazione eucaristica in Cattedrale, ha parlato delle ferite della città e, traendo spunto da un passo del Profeta Isaia, ha sollecitato l’impegno dei cristiani a “non essere come Don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento” ma “a trasformare le nostre lance in falci, le spade in aratri, a trasformare cioè le armi da guerra, le nostre ribellioni e resistenze, le nostre polemiche, in strumenti di lavoro e di pace”.
[MORE]
Mafia, corruzione, clientelismo: di fronte ai mali della società, la preghiera del Vescovo affinché “la semplicità e la tenerezza di questo Bambino facciano inorridire il volto dei malvagi e le loro intenzioni perché il cuore di tutti, il nostro cuore, si trasformi”.

Dio che viene a visitare la nostra umanità e ad abitare nella vita di ognuno di noi, l’impegno dei cristiani a “costruire un mondo di pace”, l’apertura a una “vita cristiana matura” capace come i pastori di “lasciare le proprie postazioni” e “accogliere la novità”. Così Mons. Cantafora nell’omelia ha meditato sul senso autentico del Natale racchiuso in quella Notizia che ha cambiato per sempre la storia dell’umanità: “Dio entra nella nostra storia” e noi “siamo attraversati da una luce nuova perché, qualsiasi sia la situazione in cui ci troviamo, le tenebre che attraversiamo o le prove che sopportiamo, non siamo più soli” perché “Dio è con noi, è l’Emmanuele.”

Dal Vescovo di Lamezia, un richiamo all’impegno dei cristiani a lavorare per la pace, per quella pace cantata dagli Angeli a Betlemme “che non è assenza di conflitti, non è essere indifferenti né vivere da disincantati”, ma “è saper affrontare i conflitti, le difficoltà, sapendo che il Signore è accanto a noi, non siamo soli”.

Natale è la Luce di Dio che si rende visibile a tutti gli uomini per cui – ha spiegato il Presule - “noi non siamo più il popolo che abita nelle tenebre, perché abbiamo visto questa luce, siamo stati attraversati, investiti, riempiti dalla luce di Dio e dalla voce dei suoi messaggeri, attraverso la Sua Parola e il magistero della Chiesa.”

“Un Bambino è nato per noi”. Di fronte a quella Notizia che avrebbe cambiato per sempre la storia, Maria e Giuseppe si misero in viaggio e i pastori lasciarono i loro rifugi per mettersi in cammino. Guardando all’esempio dei personaggi evangelici della Natività, il Presule invita a domandarsi se “siamo anche noi capaci di aprirci alla novità di Dio”, “se sappiamo e vogliamo accoglierlo per sempre nella nostra vita”.

L’augurio del Vescovo di Lamezia Terme è quello di “accogliere Gesù nella nostra vita senza timore e aprirci ad una vita cristiana matura, impegnata, lasciando perdere i desideri mondani, per vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo.”

Notizia segnalata da: (Ufficio Stampa Vescovo Cantafora)