Politica

Napolitano sulla Libia: "Restiamo"

ROMA, 21 GIUGNO - “È nostro impegno, sancito dal Parlamento, restare schierati in Libia con le forze di altri Paesi che hanno raccolto l'appello delle Nazioni Unite”. Sono queste le parole con le quali il presidente della repubblica Giorgio Napolitano congela la contestata questione del ritiro delle truppe italiane dalla Libia, ribadita Domenica a Pontida dal ministro dell'Interno Roberto Maroni.[MORE]

“L'Italia - ha aggiunto il presidente - non poteva guardare con indifferenza e distacco agli avvenimenti in Libia, un Paese a noi così vicino e col quale abbiamo nel tempo stabilito rapporti così intensi. Non poteva rimanere inerte dinanzi all'appello del Consiglio di sicurezza perché si proteggesse dalla feroce repressione del regime del colonnello Gheddafi e le si aprisse la prospettiva di una pacifica evoluzione politica e civile verso forme di reggimento democratico".

Le dichiarazioni sono arrivate ieri, durante la celebrazione della Giornata mondiale del rifugiato, ed hanno rinnovato le polemiche del Carroccio. Maroni ribadisce infatti la posizione pontidese ed aggiunge un ulteriore monito per Berlusconi, chiedendogli di annunciare “quando terminerà la missione, che è l'unico modo per fermare gli sbarchi”.

Vero è che ritenere che il ritiro delle truppe italiane fermi le ondate di immigrati è pura illusione secondo il ministro degli Esteri Frattini, in quanto la missione degli alleati continuerebbe anche senza il nostro sostegno. “Lo status quo – ha aggiunto Frattini - non può durare a tempo indeterminato” e fissa Settembre come limite massimo della partecipazione dell'Italia al conflitto. Dal vertice Pdl-Lega tenutosi a Palazzo Grazioli sembra che sia uscito un accordo sulla questione: sarà congelata fino al Consiglio supremo di Difesa che si terrà il 6 Luglio.

Intanto arrivano oggi altre parole di Napolitano, in un messaggio in occasione della presentazione del “Rapporto Italiani nel mondo”, promosso dalla Fondazione Migrantes e dalla CEI, che sembrano un monito per la Lega. “È importante, nell'attuale contesto - sostiene il presidente della Repubblica - ripercorrere la lunga e sofferta stagione delle emigrazioni in diversi continenti di cittadini italiani che ha scandito, a più riprese, la vicenda dello Stato postunitario. Dalla storia di queste esperienze occorre trarre gli strumenti per una più accurata lettura del fenomeno migratorio, soprattutto in rapporto ai flussi attuali, dal Sud al Nord del mondo, di cui siamo stati testimoni e in misura crescente destinatari e ai quali i recenti avvenimenti nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente hanno conferito un'indubbia accelerazione”.

“L'abbandono della propria terra – ha aggiunto Napolitano - è sempre una scelta aspra e dolorosa e i dati del Rapporto italiani nel mondo, che merita il più vivo apprezzamento per il rigore e la profondità dell'indagine, ne costituiscono una puntuale conferma. Il mio auspicio è che la lezione del passato possa tradursi in un insegnamento per il presente, rafforzando quell'antica attitudine all'accoglienza, all'asilo e alla solidarietà che appartiene ai valori autentici del nostro popolo”.

 

Marta Lamalfa