Politica
Napolitano: «Lasciato solo dai partiti: sospetto e dietrologie incomprensibili»
ROMA, 02 APRILE 2013 – Sulle colonne del Corriere della Sera, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esterna – con una nota di amarezza – il suo punto di vista sullo stato attuale della situazione politica, difendendo la scelta fatta riguardo ai dieci “saggi”: «Dopo sette anni sto finendo il mio mandato in modo surreale, trovandomi oggetto di assurde reazioni di sospetto e dietrologie incomprensibili, tra il geniale e il demente».
Così dichiara il Capo dello Stato che definisce questo finale di mandato: «Il momento peggiore del settennato». L’autodifesa di Napolitano trova il suo fondamento nelle polemiche sorte dalla sua decisione di costituire i due gruppi di lavoro formati da esperti incaricati di «formulare precise proposte programmatiche capaci di divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche», incalzando, «Sia da destra che da sinistra, sono arrivate critiche, un bombardamento rispetto al quale il Quirinale si e' sentito lasciato solo dai partiti».
Prosegue il Capo di Stato: «I due gruppi, viene ricordato, lavoreranno al massimo 8-10 giorni e non c'è nulla di formalizzato per quanto li riguarda, nulla che consenta di dire che il Quirinale ha creato un nuovo Parlamento. Inoltre, in merito alla polemica sollevata sulla mancanza di donne nei comitati, per Napolitano: «Si sfiora il ridicolo: ci sono state acrobatiche ricerche e anche nelle due commissioni speciali di Camera e Senato non ve ne sono e non potevo farci niente». [MORE]
E ancora, si sfoga il Presidente: «La mia idea di far decantare per un po' l'aria di impazzimento generale attraverso il lavoro di un doppio comitato di specialisti incaricati di formulare precise proposte programmatiche, in grado di divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche, è stata travisata e criticata in modo ingiusto e insolente. Giornali ed esponenti di partito - da destra ma anche da sinistra - hanno parlato di «commissariamento delle Camere, di golpe, di ritorno della monarchia, di oligarchia alla corte di re Giorgio con sapore di inciucio, di anomalia, di presidenzialismo di fatto, di scelta incostituzionale, di badanti della democrazia».
Napolitano giustifica la sua decisione di affidarsi ai ‘saggi’, affermando che: «A questo punto è emerso, chiaramente e drammaticamente, lo stallo: 1) l'incarico a Bersani non poteva essere dato, pena un evidente rischio di fallimento; 2) la lista Monti si era dichiarata favorevole a far nascere un governo, ma solo se avesse avuto l'appoggio di entrambi i partiti maggiori; 3) il Pdl accettava unicamente un governo di larghe intese; 4) il Movimento 5 Stelle, al quale il presidente si era rivolto in modo serio e non polemico, era di fatto fuori gioco, perché quale governo si potrebbe mai formare sulla base di un 25 per cento?».
Napolitano, infine, sottolinea che presto avrà sul tavolo le conclusioni dei suoi consulenti: «Dal 15 aprile saranno convocate le Camere che, se saranno già pronti i rappresentanti dei Consigli regionali, tra il 16 e il 18, cominceranno a votare per il nuovo presidente della Repubblica». Questo vuol dire che, anche se il suo settennato costituzionalmente finisce il 15 maggio, molto probabilmente Napolitano lascerà prima.
(fonte: Corriere della Sera)
Rosy Merola