Napolitano: non c'è più la maggioranza eletta dagli italiani
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Nuovo richiamo del Presidente della Repubblica al Governo. Con una nota nel tardo pomeriggio di ieri Napolitano invita il Presidente del Consiglio e i Presidenti delle Camere a trovare modi adeguati per valutare in Parlamento le novità intervenute nella compagine di Governo.
In sostanza, Napolitano fa osservare che la maggioranza eletta dagli italiani nel 2008 non esiste più, e che al suo posto ne è intervenuta una diversa, sia in Parlamento che nella formazione del Governo.[MORE]
La nota è arrivata contestualmente alla firma del decreto di nomina dei 9 nuovi sottosegretari, provvedimento su cui il Quirinale non può intervenire poiché la competenza specifica di nomina è del Governo, ma la linea intrapresa è abbastanza chiara: pur non potendo rifiutare modifiche così significative alla composizione del Governo (anche in previsione del prossimo allargamento già previsto a Berlusconi ndr), la Presidenza della Repubblica vigila costantemente per evitare che si determini uno iato troppo forte tra risultati elettorali e situazione attuale.
Un nuovo fronte di conflitto con il Presidente si apre dunque per la maggioranza e per il Governo. Prevedibili le reazioni; Cicchitto e Gasparri, capigruppo PDL alla Camera e al Senato liquidano il problema con una nota congiunta: “Numerosi voti di fiducia, a partire da quello della svolta del 14 dicembre hanno chiarito il quadro politico, con ripetute verifiche nelle sedi parlamentari. Le nomine di governo sono giunte dopo queste diverse votazioni e nel pieno ed assoluto rispetto delle norme costituzionali e delle prerogative del Capo dello Stato”. Soddisfazione viene invece dai banchi della sinistra, col segretario del PD Bersani che dichiara “Gli italiani non capiscono se c'è stata la nomina di un'accozzaglia di sottosegretari, oppure è nata una nuova maggioranza parlamentare con il Parlamento che si riduce a luogo di compravendita di deputati e senatori. Per quello che riguarda, aspettiamo sereni le valutazioni di Fini e Schifani".
Meno pacata la reazione del Presidente del Consiglio, che attacca Napolitano e sostiene che si tratti di un intervento politico e non istituzionale. Un intervento comunque sgradito per Berlusconi, che sperava, con il rimpasto attuato e quello programmato o almeno annunciato, di aver chiuso almeno il problema della gestione dei “Responsabili”, particolarmente irrequieti negli ultimi tempi a causa del ritardo delle promesse nomine a posti di sottosegretario.
L’unico in controtendenza nella maggioranza è uno dei più fedeli del Premier, Osvaldo Napoli, che giudica corretto l’intervento di Napolitano, ma solo per lanciare una stoccata a FLI sottolineando che in nessun caso dovrebbero esserci maggioranze diverse da quelle risultanti dalle urne.
(Marco Biagioli)