Politica

Napolitano: "Cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia", la Lega insorge

ROMA, 22 NOVEMBRE 2011 - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, questa mattina, al Quirinale, è ritornato sul tema della cittadinanza italiana già affrontato la scorsa settimana in occasione del consueto incontro con i nuovi italiani, i figli degli immigrati che hanno scelto la cittadinanza italiana. [MORE]

E’ dovere del Parlamento "affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri - ha spiegato al Quirinale - Negarla è un’autentica follia, un’assurdità i bambini hanno questa aspirazione".

E se in Parlamento la proposta è stata accolta con favore da Pd, Idv, Sel, Udc e Fli, tra questi Pier Ferdinando Casini, che dice di condividere “totalmente” l'appello di Napolitano, il leader dell’Idv Antonio Di Pietro che la reputa “Una norma di civiltà”, sino a chi, come Felice Belisario ritiene che il riconoscimento della cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia debba essere una questione prioritaria per il nuovo Governo, o Il Pd che ha chiesto a Monti di "legiferare con urgenza", a smorzare tutto l’entusiasmo ci pensa la Lega.

La posizione della Lega, come d’altronde era prevedibile, è di ferma opposizione, e annuncia, attraverso la voce di Roberto Calderoli di essere “pronta a fare le barricate in Parlamento e nelle piazze”. La posizione di Calderoli è molto netta "Non vorrei che questa idea altro non sia che il cavallo di Troia che, utilizzando l’immagine dei poveri bambini, punti invece ad arrivare a dare il voto agli immigrati prima del tempo previsto dalla legge”, posizione condivisa anche da Roberto Castelli che accusa il presidente della Repubblica di muoversi “al limite della costituzionalità”, e da Roberto Maroni che sulla stessa riga di Castelli ritiene l'idea di Napolitano "uno stravolgimento dei principi contenuti nella Costituzione”.

Insomma la Lega sembra proprio non condividere i pensieri del presidente della Repubblica, che la settimana scorsa aveva definito gli immigrati “una grande fonte di speranza che contribuisce a darci l'energia vitale di cui abbiamo bisogno, e senza la quale il nostro Paese sarebbe più vecchio e avrebbe meno possibilità”.

Sara Marci