Politica

Napolitano che monita non morde

Roma, 23 Settembre 2011 - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva un pubblico speciale questa sera al Quirinale. Un gruppo di studenti, pronti all’inaugurazione dell’anno scolastico, hanno presenziato alla cerimonia con monito del nostro Capo di Stato. [MORE]
 

Napolitano esordisce con “Tutti noi che abbiamo responsabilità nella guida del Paese, abbiamo il dovere di darvi speranza, di darvi seriamente motivi di fiducia nel domani”. Poi continua -“E’ venuto un altro di quei momenti in cui bisogna riuscire a fare un grande sforzo, noi italiani, noi Italia unita, per garantirci un degno futuro, per garantirlo alle generazioni più giovani. Occorre essere in tanti a fare ciascuno la sua parte”, e poi aggiunge - “Dalla nostra storia ricaviamo motivi di orgoglio per quello che abbiamo costruito e di fiducia per come l’Italia ha saputo superare momenti drammatici, prove molto dure e difficili”. Per questo, è importante “riconfermare il valore storico e attuale di un’Italia unita, rispettosa dei principi democratici incardinati nella nostra Costituzione, capace di contare nel mondo d’oggi”.
 

Altre sono state le parole pronunciate questa sera da Giorgio Napolitano. Il tono è stato sempre lo stesso, sommesso e distaccato. Chi si attendeva un sussulto o il battere un colpo forte e deciso è rimasto nuovamente deluso. Gli studenti che si trovavano di fronte si saranno lasciati ammaliare dalle parole vuote di chi non ha il coraggio di osare di più.
 

Gli italiani si aspetterebbero più schiettezza e più grinta da parte del capo dello stato in un momento così complicato. Tanti sono i fattori che stanno confluendo e portando il nostro paese verso lo sfascio più totale. La crisi economica che attanaglia tutto il mondo occidentale e in particolar modo l’Italia. La nostra politica ormai lontana anni luce dai problemi e dalla vita reale dei cittadini. La corruzione e l’evasione fiscale dilagante e sempre più preoccupante. Le minacce fasulle, ma pur sempre minacce, della Lega Nord e dello spauracchio secessione.
 

In questo situazione di mancanza di senso dello stato da parte del Parlamento e del Governo è compito del Capo dello Stato compattare e dare segnali di conforto e speranza al popolo. Se il nostro Presidente della Repubblica non ha intenzione di alzare la voce per paura di essere zittito allora anche lui si fa complice di questo meschino modo di fare politica.

Leandro Solimene